martedì 13 settembre 2011

MONSIGNOR BERTOLDO:LE DONNE INDUCONO IN TENTAZIONE,FANNO PIU' VITTIME DEI PRETI PEDOFILI



Se una donna cammina in modo sensuale o provocatorio, qualche responsabilità nell'evento ce l'ha perché anche indurre in tentazione é peccato. Dunque una donna che camminando in modo procace suscita reazioni eccessive o violente, pecca in tentazione.
Sono parole di Monsignor Arduino Bertoldo, vescovo emerito diFoligno. Per chi non lo conoscesse, ecco un paio di illuminanti esternazioni: l'aborto crea più vittime dei pochi preti pedofiliBerlusconi ha fatto una ragazzata, a proposito del Rubygate.
Quindi, secondo quest'uomo talmente timorato di Dio che ha deciso di dedicargli la sua vita, se una donna, di qualsiasi età, viene picchiata,violentatastuprata, se l'è andata a cercare.
Probabilmente, secondo l'esimio vescovo, noi donne dovremmo indossare il burka. Così facendo, però, passeremmo alla concorrenza. Che ne pensa, in merito? In ogni modo, non risolveremo la questione: si puòancheggiare anche coperte dalla testa ai piedi. Sfido anche la fanciullapiù sgraziata a camminare rigida con un soldatino. E' la conformazione fisica che ci porta ad avere questo tipo di andatura, da peccatrici. Ma il nostro corpo, esimio monsignore, è un dono di Dio, secondo il credocattolico. Quindi? Dobbiamo sporgere reclamo al Padre Eterno?
Ieri, una studentessa era seduta in metropolitana, a Roma. Unuomo davanti a lei comincia a guardarla insistentemente, mentre sitocca i genitali. Dopo qualche fermata, la ragazza scende e losconosciuto la segue. Gli altri passeggeri, come accade spesso, badano agli affari propri, sbirciando incuriositi. Non penso che ancheggiassepeccaminosamente, da seduta. E nemmeno mentre scappava. Sempre per rimanere nei casti parametri di monsignor Arduino.
Finalmente interviene il capostazione in difesa della ragazza. Lei, allora, prende coraggio e minaccia di denuncia il suo persecutore. Lui lainsulta e la spintona. Dodici minuti dopo arrivano gli addetti dellasicurezza e trattengono l'uomo, che non smette di inveire e di mettere le mani addosso alla ragazza che, intanto, chiama, invano, il 112. Al sesto tentativo i carabinieri le rispondono che non sanno dov'è la fermataSubaugusta, quindi non possono intervenire. Sono, invece, molto interessati a sapere come riesca a contattarli, via cellulare, sottoterra.
Finalmente, una pattuglia della polizia che passava sulla banchina per controllino di routine, dopo il racconto della studentessa, accompagna l'uomo in Questura. Dagli accertamenti è emerso che il fermato aveva già tentato, giorni addietro, di violentare una bambina.
Ora, chiedo a monsignor Berotldo: anche la bambina induceva in tentazione? Anche lei si muoveva procace?
Come la mettiamo, invece, con la storia di don Pezzini? Condannato a 10 anni per aver abusato di un ragazzino del Bangladesh, tra il 2006 e il 2009.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, il prete avvicinò il ragazzino, allora 13enne, in un parco. Il bambino, perché a 13 anni sei solo un bambino, viveva in condizioni economiche molto difficili e don Pezzinisi offrì di aiutarlo. Dopo di che l'ha convinto ad avere ripetuti rapporti sessuali con lui.
Il 21 dicembre 2010 è arrivata la condanna e adesso, poco più di due mesi dopo, don Pezzini, 73 anni, ha ottenuto gli arresti domiciliari.
Mi rivolgo ancora a monsignor Bertoldo: anche il ragazzino si è posto in modo procace? Secondo le parole del vescovo, don Domenico Pezzini è uno dei pochi preti pedofili, che vanno certamente puniti, anche se fanno meno vittime, neanche a dirlo, delle donne che abortiscono: sarà per questo che verrà trasferito in un monastero, dove, mi risulta, la clausura è una specie di regola di vita. Mi domando dove stia la punizione.
FONTE

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