sabato 10 settembre 2011

Omofobia nelle scuole americane


La direzione dell’Itawamba Agricultural High School, nella cittadina di Itawamba (Mississippi), ha annullato il tradizionale ballo di fine anno in occasione della consegna dei diplomi perchè una delle studentesse, Constance McMillen, aveva intenzione di andarci con la fidanzata e vestita in smoking. Inizialmente la scuola aveva negato il permesso, poi lo aveva concesso a patto che le due ragazze non ballassero nè si tenessero per mano. Annullato infine l’evento, i genitori delle altre famiglie hanno organizzato un ballo privato, senza invitare la giovane.L’istituto ha così motivato l’esclusione della ragazza: “Non vogliamo che vi possano essere distrazioni nel processo educativo dei nostri studenti alla vista di una coppia lesbica”. L’American Civil Liberties Union (ACLU) ha sostenuto la ragazza e il caso è finito davanti al tribunale federale.

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Omofobia a scuola da parte di un insegnante di religione.


Una diciassettenne lesbica che frequentava una scuola superiore della provincia di Ravenna ha reso noto un episodio di omofobia a sfondo religioso. La ragazza sostiene infatti di aver avuto una discussione con la sua insegnante di religione in classe, come riporta il sito Ravenna e Dintorni. L’insegnante avrebbe definito l’omosessualità una “malattia” e detto che i gay “finiscono all’inferno”, proprio dopo aver saputo che la ragazza era lesbica. La studentessa ha quindi abbandonato quell’istituto prima di finire l’anno scolastico.Dal canto suo la maestra nega di aver usato il termine “malattia”. Ma ha ammesso di aver detto che l’omosessualità deriva da disturbi di natura psichica e di relazione, proprio rifacendosi ad un libro di Luca Di Tolve (ex omosessuale che si definisce ‘guarito’ grazie ad un percorso religioso, come da Ultimissima del 26 febbraio 2007).Nei prossimi giorni è previsto un incontro chiarificatore, con l’insegnante e la giovane, per ricostruire la vicenda. Lo ha chiesto il dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale dopo aver saputo della questione tramite i giornali, dato che non era stata segnalata dalla presidenza dell’istituto.Anche altre due ragazze transessuali dicono di aver ricevuto da alcuni professori della stessa scuola il consiglio di non frequentare gay, definiti “persone malate e tristi”.

Valentino Salvatore

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ARGENTINA: PRIME NOZZE GAY NELL'ESERCITO



Gay.it - Argentina: prime nozze gay nell'esercito

Mercoledì 7 Settembre 2011

Matrimonio gay nell'esercito argentino: un tenente colonnello ed un capitano si uniranno presto in matrimonio. E altri sarebbero già pronti a seguire il loro esempio. La notizia rimbalza dal portale specializzato in argomenti militari "Tiempo Militar", secondo il quale i vertici hanno dato l'ok al matrimonio. Intanto, sulla scia della legge che permette la celebrazione di matrimoni tra persone dello stesso sesso e data questa esperienza apripista, anche una coppia di sottufficiali si starebbe già procurando i documenti necessari per convolare a nozze.
Secondo quanto emerge il matrimonio tra il tenente colonnello e il capitano si celebrerà nella capitale, a Buenos Aires, prima città argentina ad approvare la legge sulle unioni gay. La Comunità omosessuale argentina, in una nota, si è detta soddisfatta ed ha fatto sapere che "risulta importante e molto necessaria la visibilità dei gay, delle lesbiche e dei bisessualinelle Forze Armate, un ambito che tradizionalmente è sempre stato molto conservatore".
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http://www.gay.it/channel/Attualita.html/32378/Argentina-prime-nozze-gay-nell-esercito.html

VATICANO CONTRO L'ONU: I DIRITTI GAY NON SONO DIRITTI UMANI

Lunedì 11 Luglio 2011
La recente decisione dell'ONU di includere il riconoscimento dell'orientamento sessuale e dell'identità di genere fra i diritti umani non trova d'accordo la Città del Vaticano. Il capo delegazione dello Stato, monsignor Silvano Tomasi, esprime preoccupazione riguardo al fatto che la risoluzione della Commissione dei diritti umani delle Nazioni Unite possa essere soltanto il primo passo verso un'inclusione dei diritti lgbt sotto l'ombrello dei diritti umani. La risoluzione - ha detto l'arcivescovo - "è l'inizio di un percorso internazionale che mira alla limitazione della libertà di espressione dei leader religiosi sul tema".

Gay.it - Vaticano contro l'Onu: i diritti gay non sono diritti umani"Con questa risoluzione i paesi potrebbero trovare giustificazione per equiparare i matrimoni gay e leunioni civili alle unioni tra uomo e donna". E questo sarebbe solo "il primo passo per arrivare a legalizzare anche le adozioni ed introdurre un'educazione sessuale in contrasto con i valori cristiani". "I termini 'orientamento sessuale' e 'identità di genere' - inoltre - non sono definiti dalla legislazione internazionale proprio perché non sono comportamenti esteriori ma sentimenti e pensieri e quindi non possono essere soggetti a leggi puntive".



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http://www.gay.it/channel/attualita/32101/Vaticano-contro-l-Onu-i-diritti-gay-non-sono-diritti-umani.html

ONU, CONSIGLIO DIRITTI UMANI APPROVA RISOLUZIONE STORICA


Venerdì 17 Giugno 2011Il Consiglio dei Diritti Umani dell'Onu ha approvato oggi una risoluzione "storica" che stabilisce la parità dei diritti per tutti gli esseri umani, indipendentemente dall'orientamento sessuale, segnando un progresso significativo nella lotta per i diritti omosessuali. La risoluzione, presentata dalSudafrica, è stata varata con 23 voti a favore, 19 contrari e tre astensioni, nonostante la forte opposizione da parte degli stati arabi e africani. "Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti e a ciascuno di loro spettano tutti i diritti e le libertà senza distinzione di alcun tipo", si legge nel testo.

Gay.it - ONU, Consiglio Diritti Umani approva risoluzione storica Il voto ha dato vita a un dibattito infuocato nel gruppo dei Paesi africani, presieduto dalla Nigeria, e nel gruppo dei Paesi islamici, ferocemente contrario alla risoluzione. Il rappresentante del Pakistan, in particolare, si è detto "seriamente preoccupato da questo tentativo di introdurre all'Onu nozioni che non hanno alcun fondamento legale nella legislazione internazionale dei diritti dell'Uomo". Il delegato della Nigeria ha invece attaccato il Sudafrica, accusandolo aver "rotto con la tradizione del gruppo africano". Per gli Stati Uniti, il voto della risoluzione "entra nella storia della lotta per l'uguaglianza e la giustizia". La risoluzione chiede inoltre uno studio sulle leggi discriminatorie e le violenze contro le persone a causa del loro orientamento e della loro appartenenza sessuale.
Gay.it - ONU, Consiglio Diritti Umani approva risoluzione storica In sede internazionale la palla passa adesso all'Altro commissario per i Diritti Umani"La risoluzione chiede all'Alto Commissario per i Diritti Umani - spiega Stefano Bucaioni(in foto), responsabile Esteri di Arcigay - di preparare uno studio sulla violenza e la discriminazione omofobia e transfobica, e chiede una tavola rotonda che si terrà presso ilConsiglio dei diritti umani per discutere i risultati dello studioin modo costruttivo e trasparente”. Per quanto riguarda l'Italia, invece, la risoluzione è stata subito presa a modello dal presidente nazionale di Arcigay Paolo Patané che auspica "che il Governo prenda immediatamente atto della risoluzione ONU e ritiri le pregiudiziali che vorrebbero affossare la Legge contro l'omofobia". Pregiudiziali che mirano a dichiarare incostituzionale la legge contro l'omofobia proprio perché fa riferimento al concetto di "orientamento sessuale".
Gay.it - ONU, Consiglio Diritti Umani approva risoluzione storica La deputata del PD Paola Concia ricorda "che siamo l'unico fra i paesi fondatori dell'Ue a non avere nel proprio ordinamento leggi che tutelino le persone omosessuali. La giusta risposta a questi dubbi che la comunità internazionale avanza nei nostri confronti, sarebbe dunque l'approvazione finalmente di quelle leggi antidiscriminatorie e di uguaglianza che il nostro paese aspetta ormai da troppo tempo". E fa un appello: "che dopo gli accorati appelli del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano e di Hillary Clinton, il centro destra italiano si decida almeno di ascoltare  le Nazioni Unite, approvando finalmente una legge che punisca con un aggravante specifica le aggressioni a sfondo omofobo o transfobico".
Gay.it - ONU, Consiglio Diritti Umani approva risoluzione storica Tutte le organizzazioni non governative - fanno sapere da Certi Diritti - considerano la decisione di portata storica. "Sarebbe ora che anche l'Italia adeguasse il proprio ordinamento interno seguendo quanto l'Onu, l'Ue e molti altri paesi democratici fanno per la lotta alle discriminazioni", ha detto infineMatteo Mecacci (in foto), rappresentante all'Onu del Partito Radicale che in quella sede ha lo status proprio di organizzazione non goverantiva.


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http://www.gay.it/channel/attualita/31984/ONU-Consiglio-Diritti-Umani-approva-risoluzione-storica-.html


Ratzinger e l'omofobia



CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE

CONSIDERAZIONI CIRCA I PROGETTI
DI RICONOSCIMENTO LEGALE
DELLE UNIONI
TRA PERSONE OMOSESSUALI


INTRODUZIONE
1. Diverse questioni concernenti l'omosessualità sono state trattate recentemente più volte dal Santo Padre Giovanni Paolo II e dai competenti Dicasteri della Santa Sede. Si tratta infatti di un fenomeno morale e sociale inquietante, anche in quei Paesi in cui non assume un rilievo dal punto di vista dell'ordinamento giuridico. Ma esso diventa più preoccupante nei Paesi che hanno già concesso o intendono concedere un riconoscimento legale alle unioni omosessuali che, in alcuni casi, include anche l'abilitazione all'adozione di figli. Le presenti Considerazioni non contengono nuovi elementi dottrinali, ma intendono richiamare i punti essenziali circa il suddetto problema e fornire alcune argomentazioni di carattere razionale, utili per la redazione di interventi più specifici da parte dei Vescovi secondo le situazioni particolari nelle diverse regioni del mondo: interventi destinati a proteggere ed a promuovere la dignità del matrimonio, fondamento della famiglia, e la solidità della società, della quale questa istituzione è parte costitutiva. Esse hanno anche come fine di illuminare l'attività degli uomini politici cattolici, per i quali si indicano le linee di condotta coerenti con la coscienza cristiana quando essi sono posti di fronte a progetti di legge concernenti questo problema. Poiché si tratta di una materia che riguarda la legge morale naturale, le seguenti argomentazioni sono proposte non soltanto ai credenti, ma a tutti coloro che sono impegnati nella promozione e nella difesa del bene comune della società.

I. NATURA E CARATTERISTICHE IRRINUNCIABILI
DEL MATRIMONIO
2. L'insegnamento della Chiesa sul matrimonio e sulla complementarità dei sessi ripropone una verità evidenziata dalla retta ragione e riconosciuta come tale da tutte le grandi culture del mondo. Il matrimonio non è una qualsiasi unione tra persone umane. Esso è stato fondato dal Creatore, con una sua natura, proprietà essenziali e finalità. Nessuna ideologia può cancellare dallo spirito umano la certezza secondo la quale esiste matrimonio soltanto tra due persone di sesso diverso, che per mezzo della reciproca donazione personale, loro propria ed esclusiva, tendono alla comunione delle loro persone. In tal modo si perfezionano a vicenda, per collaborare con Dio alla generazione e alla educazione di nuove vite.
3. La verità naturale sul matrimonio è stata confermata dalla Rivelazione contenuta nei racconti biblici della creazione, espressione anche della saggezza umana originaria, nella quale si fa sentire la voce della natura stessa. Tre sono i dati fondamentali del disegno creatore sul matrimonio, di cui parla il Libro della Genesi.
In primo luogo l'uomo, immagine di Dio, è stato creato «  maschio e femmina » (Gn 1, 27). L'uomo e la donna sono uguali in quanto persone e complementari in quanto maschio e femmina. La sessualità da un lato fa parte della sfera biologica e, dall'altro, viene elevata nella creatura umana ad un nuovo livello, quello personale, dove corpo e spirito si uniscono.
Il matrimonio, poi, è istituito dal Creatore come forma di vita in cui si realizza quella comunione di persone che impegna l'esercizio della facoltà sessuale. « Per questo l'uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne » (Gn 2, 24).
Infine, Dio ha voluto donare all'unione dell'uomo e della donna una partecipazione speciale alla sua opera creatrice. Perciò Egli ha benedetto l'uomo e la donna con le parole: « Siate fecondi e moltiplicatevi » (Gn 1, 28). Nel disegno del Creatore complementarità dei sessi e fecondità appartengono quindi alla natura stessa dell'istituzione del matrimonio.
Inoltre, l'unione matrimoniale tra l'uomo e la donna è stata elevata da Cristo alla dignità di sacramento. La Chiesa insegna che il matrimonio cristiano è segno efficace dell'alleanza di Cristo e della Chiesa (cf. Ef 5, 32). Questo significato cristiano del matrimonio, lungi dallo sminuire il valore profondamente umano dell'unione matrimoniale tra l'uomo e la donna, lo conferma e lo rafforza (cf.Mt 19, 3-12; Mc 10, 6-9).
4. Non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia. Il matrimonio è santo, mentre le relazioni omosessuali contrastano con la legge morale naturale. Gli atti omosessuali, infatti, « precludono all'atto sessuale il dono della vita. Non sono il frutto di una vera complementarità affettiva e sessuale. In nessun modo possono essere approvati ».
Nella Sacra Scrittura le relazioni omosessuali « sono condannate come gravi depravazioni... (cf. Rm1, 24-27; 1 Cor 6, 10; 1 Tm 1, 10). Questo giudizio della Scrittura non permette di concludere che tutti coloro, i quali soffrono di questa anomalia, ne siano personalmente responsabili, ma esso attesta che gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati ». Lo stesso giudizio morale si ritrova in molti scrittori ecclesiastici dei primi secoli  ed è stato unanimemente accettato dalla Tradizione cattolica.
Secondo l'insegnamento della Chiesa, nondimeno, gli uomini e le donne con tendenze omosessuali « devono essere accolti con rispetto, compassione, delicatezza. A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione ». Tali persone inoltre sono chiamate come gli altri cristiani a vivere la castità.Ma l'inclinazione omosessuale è « oggettivamente disordinata » e le pratiche omosessuali « sono peccati gravemente contrari alla castità  ».

II. ATTEGGIAMENTI NEI CONFRONTI
DEL PROBLEMA DELLE UNIONI OMOSESSUALI
5. Nei confronti del fenomeno delle unioni omosessuali, di fatto esistenti, le autorità civili assumono diversi atteggiamenti: a volte si limitano alla tolleranza di questo fenomeno; a volte promuovono il riconoscimento legale di tali unioni, con il pretesto di evitare, rispetto ad alcuni diritti, la discriminazione di chi convive con una persona dello stesso sesso; in alcuni casi favoriscono persino l'equivalenza legale delle unioni omosessuali al matrimonio propriamente detto, senza escludere il riconoscimento della capacità giuridica di procedere all'adozione di figli.
Laddove lo Stato assuma una politica di tolleranza di fatto, non implicante l'esistenza di una legge che esplicitamente concede un riconoscimento legale a tali forme di vita, occorre ben discernere i diversi aspetti del problema. La coscienza morale esige di essere, in ogni occasione, testimoni della verità morale integrale, alla quale si oppongono sia l'approvazione delle relazioni omosessuali sia l'ingiusta discriminazione nei confronti delle persone omosessuali. Sono perciò utili interventi discreti e prudenti, il contenuto dei quali potrebbe essere, per esempio, il seguente: smascherare l'uso strumentale o ideologico che si può fare di questa tolleranza; affermare chiaramente il carattere immorale di questo tipo di unione; richiamare lo Stato alla necessità di contenere il fenomeno entro limiti che non mettano in pericolo il tessuto della moralità pubblica e, soprattutto, che non espongano le giovani generazioni ad una concezione erronea della sessualità e del matrimonio, che le priverebbe delle necessarie difese e contribuirebbe, inoltre, al dilagare del fenomeno stesso. A coloro che a partire da questa tolleranza vogliono procedere alla legittimazione di specifici diritti per le persone omosessuali conviventi, bisogna ricordare che la tolleranza del male è qualcosa di molto diverso dall'approvazione o dalla legalizzazione del male.
In presenza del riconoscimento legale delle unioni omosessuali, oppure dell'equiparazione legale delle medesime al matrimonio con accesso ai diritti che sono propri di quest'ultimo, è doveroso opporsi in forma chiara e incisiva. Ci si deve astenere da qualsiasi tipo di cooperazione formale alla promulgazione o all'applicazione di leggi così gravemente ingiuste nonché, per quanto è possibile, dalla cooperazione materiale sul piano applicativo. In questa materia ognuno può rivendicare il diritto all'obiezione di coscienza.

III. ARGOMENTAZIONI RAZIONALI
CONTRO IL RICONOSCIMENTO LEGALE
DELLE UNIONI OMOSESSUALI
6. La comprensione dei motivi che ispirano la necessità di opporsi in questo modo alle istanze che mirano alla legalizzazione delle unioni omosessuali richiede alcune considerazioni etiche specifiche, che sono di diverso ordine.
Di ordine relativo alla retta ragione
Il compito della legge civile è certamente più limitato riguardo a quello della legge morale, ma la legge civile non può entrare in contraddizione con la retta ragione senza perdere la forza di obbligare la coscienza. Ogni legge posta dagli uomini in tanto ha ragione di legge in quanto è conforme alla legge morale naturale, riconosciuta dalla retta ragione, e in quanto rispetta in particolare i diritti inalienabili di ogni persona. Le legislazioni favorevoli alle unioni omosessuali sono contrarie alla retta ragione perché conferiscono garanzie giuridiche, analoghe a quelle dell'istituzione matrimoniale, all'unione tra due persone dello stesso sesso. Considerando i valori in gioco, lo Stato non potrebbe legalizzare queste unioni senza venire meno al dovere di promuovere e tutelare un'istituzione essenziale per il bene comune qual è il matrimonio.
Ci si può chiedere come può essere contraria al bene comune una legge che non impone alcun comportamento particolare, ma si limita a rendere legale una realtà di fatto che apparentemente non sembra comportare ingiustizia verso nessuno. A questo proposito occorre riflettere innanzitutto sulla differenza esistente tra il comportamento omosessuale come fenomeno privato, e lo stesso comportamento quale relazione sociale legalmente prevista e approvata, fino a diventare una delle istituzioni dell'ordinamento giuridico. Il secondo fenomeno non solo è più grave, ma acquista una portata assai più vasta e profonda, e finirebbe per comportare modificazioni dell'intera organizzazione sociale che risulterebbero contrarie al bene comune. Le leggi civili sono principi strutturanti della vita dell'uomo in seno alla società, per il bene o per il male. Esse « svolgono un ruolo molto importante e talvolta determinante nel promuovere una mentalità e un costume ». Le forme di vita e i modelli in esse espresse non solo configurano esternamente la vita sociale, bensì tendono a modificare nelle nuove generazioni la comprensione e la valutazione dei comportamenti. La legalizzazione delle unioni omosessuali sarebbe destinata perciò a causare l'oscuramento della percezione di alcuni valori morali fondamentali e la svalutazione dell'istituzione matrimoniale.
Di ordine biologico e antropologico
7. Nelle unioni omosessuali sono del tutto assenti quegli elementi biologici e antropologici del matrimonio e della famiglia che potrebbero fondare ragionevolmente il riconoscimento legale di tali unioni.
Esse non sono in condizione di assicurare adeguatamente la procreazione e la sopravvivenza della specie umana. L'eventuale ricorso ai mezzi messi a loro disposizione dalle recenti scoperte nel campo della fecondazione artificiale, oltre ad implicare gravi mancanze di rispetto alla dignità umana, non muterebbe affatto questa loro inadeguatezza.
Nelle unioni omosessuali è anche del tutto assente la dimensione coniugale, che rappresenta la forma umana ed ordinata delle relazioni sessuali. Esse infatti sono umane quando e in quanto esprimono e promuovono il mutuo aiuto dei sessi nel matrimonio e rimangono aperte alla trasmissione della vita.
Come dimostra l'esperienza, l'assenza della bipolarità sessuale crea ostacoli allo sviluppo normale dei bambini eventualmente inseriti all'interno di queste unioni. Ad essi manca l'esperienza della maternità o della paternità. Inserire dei bambini nelle unioni omosessuali per mezzo dell'adozione significa di fatto fare violenza a questi bambini nel senso che ci si approfitta del loro stato di debolezza per introdurli in ambienti che non favoriscono il loro pieno sviluppo umano. Certamente una tale pratica sarebbe gravemente immorale e si porrebbe in aperta contraddizione con il principio, riconosciuto anche dalla Convenzione internazionale dell'ONU sui diritti dei bambini, secondo il quale l'interesse superiore da tutelare in ogni caso è quello del bambino, la parte più debole e indifesa.
Di ordine sociale
8. La società deve la sua sopravvivenza alla famiglia fondata sul matrimonio. La conseguenza inevitabile del riconoscimento legale delle unioni omosessuali è la ridefinizione del matrimonio, che diventa un'istituzione la quale, nella sua essenza legalmente riconosciuta, perde l'essenziale riferimento ai fattori collegati alla eterosessualità, come ad esempio il compito procreativo ed educativo. Se dal punto di vista legale il matrimonio tra due persone di sesso diverso fosse solo considerato come uno dei matrimoni possibili, il concetto di matrimonio subirebbe un cambiamento radicale, con grave detrimento del bene comune. Mettendo l'unione omosessuale su un piano giuridico analogo a quello del matrimonio o della famiglia, lo Stato agisce arbitrariamente ed entra in contraddizione con i propri doveri.
A sostegno della legalizzazione delle unioni omosessuali non può essere invocato il principio del rispetto e della non discriminazione di ogni persona. Una distinzione tra persone oppure la negazione di un riconoscimento o di una prestazione sociale non sono infatti accettabili solo se sono contrarie alla giustizia.(16) Non attribuire lo statuto sociale e giuridico di matrimonio a forme di vita che non sono né possono essere matrimoniali non si oppone alla giustizia, ma, al contrario, è da essa richiesto.
Neppure il principio della giusta autonomia personale può essere ragionevolmente invocato. Una cosa è che i singoli cittadini possano svolgere liberamente attività per le quali nutrono interesse e che tali attività rientrino genericamente nei comuni diritti civili di libertà, e un'altra ben diversa è che attività che non rappresentano un significativo e positivo contributo per lo sviluppo della persona e della società possano ricevere dallo Stato un riconoscimento legale specifico e qualificato. Le unioni omosessuali non svolgono neppure in senso analogico remoto i compiti per i quali il matrimonio e la famiglia meritano un riconoscimento specifico e qualificato. Ci sono invece buone ragioni per affermare che tali unioni sono nocive per il retto sviluppo della società umana, soprattutto se aumentasse la loro incidenza effettiva sul tessuto sociale.
Di ordine giuridico
9. Poiché le coppie matrimoniali svolgono il ruolo di garantire l'ordine delle generazioni e sono quindi di eminente interesse pubblico, il diritto civile conferisce loro un riconoscimento istituzionale. Le unioni omosessuali invece non esigono una specifica attenzione da parte dell'ordinamento giuridico, perché non rivestono il suddetto ruolo per il bene comune.
Non è vera l'argomentazione secondo la quale il riconoscimento legale delle unioni omosessuali sarebbe necessario per evitare che i conviventi omosessuali perdano, per il semplice fatto della loro convivenza, l'effettivo riconoscimento dei diritti comuni che essi hanno in quanto persone e in quanto cittadini. In realtà, essi possono sempre ricorrere – come tutti i cittadini e a partire dalla loro autonomia privata – al diritto comune per tutelare situazioni giuridiche di reciproco interesse. Costituisce invece una grave ingiustizia sacrificare il bene comune e il retto diritto di famiglia allo scopo di ottenere dei beni che possono e debbono essere garantiti per vie non nocive per la generalità del corpo sociale.

IV. COMPORTAMENTI DEI POLITICI CATTOLICI
NEI CONFRONTI DI LEGISLAZIONI
FAVOREVOLI ALLE UNIONI OMOSESSUALI
10. Se tutti i fedeli sono tenuti ad opporsi al riconoscimento legale delle unioni omosessuali, i politici cattolici lo sono in particolare, nella linea della responsabilità che è loro propria. In presenza di progetti di legge favorevoli alle unioni omosessuali, sono da tener presenti le seguenti indicazioni etiche.
Nel caso in cui si proponga per la prima volta all'Assemblea legislativa un progetto di legge favorevole al riconoscimento legale delle unioni omosessuali, il parlamentare cattolico ha il dovere morale di esprimere chiaramente e pubblicamente il suo disaccordo e votare contro il progetto di legge. Concedere il suffragio del proprio voto ad un testo legislativo così nocivo per il bene comune della società è un atto gravemente immorale.
Nel caso in cui il parlamentare cattolico si trovi in presenza di una legge favorevole alle unioni omosessuali già in vigore, egli deve opporsi nei modi a lui possibili e rendere nota la sua opposizione: si tratta di un doveroso atto di testimonianza della verità. Se non fosse possibile abrogare completamente una legge di questo genere, egli, richiamandosi alle indicazioni espresse nell'Enciclica Evangelium vitae, «  potrebbe lecitamente offrire il proprio sostegno a proposte mirate a limitare i danni di una tale legge e a diminuirne gli effetti negativi sul piano della cultura e della moralità pubblica », a condizione che sia « chiara e a tutti nota » la sua « personale assoluta opposizione » a leggi siffatte e che sia evitato il pericolo di scandalo. Ciò non significa che in questa materia una legge più restrittiva possa essere considerata come una legge giusta o almeno accettabile; bensì si tratta piuttosto del tentativo legittimo e doveroso di procedere all'abrogazione almeno parziale di una legge ingiusta quando l'abrogazione totale non è possibile per il momento.

CONCLUSIONE
11. La Chiesa insegna che il rispetto verso le persone omosessuali non può portare in nessun modo all'approvazione del comportamento omosessuale oppure al riconoscimento legale delle unioni omosessuali. Il bene comune esige che le leggi riconoscano, favoriscano e proteggano l'unione matrimoniale come base della famiglia, cellula primaria della società. Riconoscere legalmente le unioni omosessuali oppure equipararle al matrimonio, significherebbe non soltanto approvare un comportamento deviante, con la conseguenza di renderlo un modello nella società attuale, ma anche offuscare valori fondamentali che appartengono al patrimonio comune dell'umanità. La Chiesa non può non difendere tali valori, per il bene degli uomini e di tutta la società.
Il Sommo Pontefice Giovanni Paolo II, nell'Udienza concessa il 28 marzo 2003 al sottoscritto Cardinale Prefetto, ha approvato le presenti Considerazioni, decise nella Sessione Ordinaria di questa Congregazione, e ne ha ordinato la pubblicazione.
Roma, dalla sede della Congregazione per la Dottrina della Fede, il 3 giugno 2003, Memoria dei Santi Carlo Lwanga e Compagni, Martiri.

 Joseph Card. Ratzinger
Prefetto
 Angelo Amato, S.D.B.
Arcivescovo titolare di Sila
Segretario
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Genocidio in Croazia 1941-1945






Il testo che segue è la traduzione letterale di quello presentato da Karlheinz Deschner il 26/12/1993 in occasione dell'ultima puntata della sua serie televisiva sulla politica dei Papi nel XX secolo. Questa serie è stata trasmessa in Germania da Kanal 4.





Il Papato di Roma - divenuto grande attraverso la guerra e l'inganno, attraverso la guerra e l'inganno conservatosi tale - ha sostenuto nel XX secolo il sorgere di tutti gli Stati fascisti con determinazione, ma più degli altri ha favorito proprio il peggior regime criminale: quello di Ante Pavelic in Jugoslavia.

Questo ex-avvocato zagrebino, che negli anni '30 addestrò le sue bande soprattutto in Italia, fece uccidere nel 1934 a Marsiglia il re Alessandro di Jugoslavia in un attentato che costò la vita anche al ministro degli Esteri francese. Due anni più tardi celebrò con un libello le glorie di Hitler, "il più grande ed il migliore dei figli della Germania", e ritornò in Jugoslavia nel 1941, rifornito da Mussolini con armi e denari, al seguito dell'occupante tedesco. Da despota assoluto Pavelic si pose nella cosiddetta Croazia Indipendente a capo di tre milioni di Croati cattolici, due milioni di Serbi ortodossi, mezzo milione di Musulmani bosniaci nonché numerosi gruppi etnici minori. Nel mese di maggio cedette quasi la metà del suo paese con annessi e connessi ai suoi vicini, soprattutto all'Italia, dove con particolare calore fu accolto e benedetto da Pio XII in udienza privata (benché già condannato a morte in contumacia per il doppio omicidio di Marsiglia sia dalla Francia che dalla Jugoslavia). Il grande complice dei fascisti si accommiatò da lui e dalla sua suite in modo amichevole e con i migliori auguri, letteralmente, di "buon lavoro".

Così ebbe inizio una crociata cattolica che non ha nulla da invidiare ai peggiori massacri del Medioevo, ma piuttosto li supera. Duecentonovantanove chiese serbo-ortodosse della "Croazia Indipendente" furono saccheggiate, annientate, molte trasformate persino in magazzini, gabinetti pubblici, stalle.

Duecentoquarantamila Serbi ortodossi furono costretti a convertirsi al cattolicesimo e circa settecentocinquantamila furono assassinati. Furono fucilati a mucchi, colpiti con la scure, gettati nei fiumi, nelle foibe, nel mare. Venivano massacrati nelle cosiddette "Case del Signore", ad esempio duemila persone solo nella chiesa di Glina. Da vivi venivano loro strappati gli occhi, oppure si tagliavano le orecchie ed il naso, da vivi li si seppelliva, erano sgozzati, decapitati o crocifissi. Gli Italiani fotografarono un sicario di Pavelic che portava al collo due collane fatte con lingue ed occhi di esseri umani.

Anche cinque vescovi ed almeno 300 preti dei Serbi furono macellati, taluni in maniera ripugnante, come il pope Branko Dobrosavljevic, al quale furono strappati la barba ed i capelli, sollevata la pelle, estratti gli occhi, mentre il suo figlioletto era fatto letteralmente a pezzi dinanzi a lui. L'ottantenne Metropolita di Sarajevo, Petar Simonic, fu sgozzato. Ciononostante l'arcivescovo cattolico della città di Oden scrisse parole in lode di Pavelic, "il duce adorato", e nel suo foglio diocesano inneggiò ai metodi rivoluzionari, "al servizio della Verità, della Giustizia e dell'Onore".

Le macellerie cattoliche nella "Grande Croazia" furono così terribili che scioccarono persino gli stessi fascisti italiani; anche alti comandi tedeschi protestarono, diplomatici, generali, persino il servizio di sicurezza delle SS ed il ministro degli Esteri nazista Von Ribbentrop. A più riprese, di fronte alle "macellazioni" di Serbi, truppe tedesche intervennero contro i loro stessi alleati croati.

E questo regime - che ebbe per simboli e strumenti di guerra "la Bibbia e la bomba" - fu un regime assolutamente cattolico, strettamente legato alla Chiesa Cattolica Romana, dal primo momento e sino alla fine. Il suo dittatore Ante Pavelic, che era tanto spesso in viaggio tra il quartier generale del Führer e la Berghof hitleriana quanto in Vaticano, fu definito dal primate croato Stepinac "un croato devoto", e dal papa Pio XII (nel 1943!) "un cattolico praticante".

In centinaia di foto egli appare fra vescovi, preti, suore, frati. Fu un religioso ad educare i suoi figli. Aveva un suo confessore e nel suo palazzo c'era una cappella privata. Tanti religiosi appartenevano al suo partito, quello degli ustasa, che usava termini come dio, religione, papa, chiesa, continuamente. Vescovi e preti sedevano nel Sabor, il parlamento ustasa. Religiosi fungevano da ufficiali della guardia del corpo di Pavelic. I cappellani ustasa giuravano ubbidienza dinanzi a due candele, un crocifisso, un pugnale ed una pistola. I Gesuiti, ma più ancora i Francescani, comandavano bande armate ed organizzavano massacri: "Abbasso i Serbi!". Essi dichiaravano giunta "l'ora del revolver e del fucile"; affermavano "non essere più peccato uccidere un bambino di sette anni, se questo infrange la legge degli ustasa". "Ammazzare tutti i Serbi nel tempo più breve possibile": questo fu indicato più volte come "il nostro programma" dal francescano Simic, un vicario militare degli ustasa. Francescani erano anche i boia dei campi di concentramento. Essi sparavano, nella "Croazia Indipendente", in quello "Stato cristiano e cattolico", la "Croazia di Dio e di Maria", "Regno di Cristo", come vagheggiava la stampa cattolica del paese, che encomiava anche Adolf Hitler definendolo "crociato di Dio".

Il campo di concentramento di Jasenovac ebbe per un periodo il francescano Filipovic-Majstorovic per comandante, che fece ivi liquidare 40.000 esseri umani in quattro mesi. Il seminarista francescano Brzien ha decapitato qui, nella notte del 29 agosto 1942, 1360 persone con una mannaia.

Non per caso il primate del paradiso dei gangsters cattolici, arcivescovo Stepinac, ringraziò il clero croato "ed in primo luogo i Francescani" quando nel maggio 1943, in Vaticano, sottolineò le conquiste degli ustasa. E naturalmente il primate, entusiasta degli ustasa, vicario militare degli ustasa, membro del parlamento degli ustasa, era bene informato di tutto quanto accadeva in questo criminale eldorado di preti, come d'altronde Sua Santità lo stesso Pio XII, che in quel tempo concedeva una udienza dopo l'altra ai Croati, a ministri ustasa, a diplomatici ustasa, e che alla fine del 1942 si rivolse alla Gioventù Ustasa (sulle cui uniformi campeggiava la grande "U" con la bomba che esplode all'interno) con un: "Viva i Croati!". I Serbi morirono allora, circa 750.000, per ripeterlo, spesso in seguito a torture atroci, in misura del 10-15% della popolazione della Grande Croazia - tutto ciò esaurientemente documentato e descritto nel mio libro La politica dei papi nel XX secolo [Die Politik der Pëpste im XX Jahrhundert, Rohwohl 1993 - non ancora tradotto in italiano].

E se non si sa nulla su questo bagno di sangue da incubo non si può comprendere ciò che laggiù avviene oggi, avvenimenti per i quali lo stesso ministro degli Esteri dei nostri alleati Stati Uniti attribuisce una responsabilità specifica ai tedeschi, ovvero al governo Kohl-Genscher. Più coinvolto ancora è solo il Vaticano, che già a suo tempo attraverso papa Pio XII non solo c'entrava, ma era così impigliato nel peggiore degli orrori dell'era fascista che, come già scrissi trent'anni fa, "non ci sarebbe da stupirsi, conoscendo la tattica della Chiesa romana, se lo facesse santo".

Comunque sia: il Vaticano ha contribuito in maniera determinante alla instaurazione di interi regimi fascisti degli anni venti, trenta e quaranta. Con i suoi vescovi ha sostenuto tutti gli Stati fascisti sistematicamente sin dal loro inizio. E' stato il decisivo sostenitore di Mussolini, Hitler, Franco, Pavelic; in tal modo la Chiesa romano-cattolica si è resa anche corresponsabile della morte di circa sessanta milioni di persone, e nondimeno della morte di milioni di cattolici. Non è un qualche secolo del Medioevo, bensì è il ventesimo, per lo meno dal punto di vista quantitativo, il più efferato nella storia della chiesa.



POSTILLA: In occasione del viaggio in Croazia di Giovanni Paolo II, il quotidiano italiano la Repubblica ha scritto: "...Ma il contatto con la folla fa bene a Giovanni Paolo II. I fedeli lo applaudono ripetutamente. Specie quando ricorda il cardinale Stepinac, imprigionato da Tito per i suoi rapporti con il regime di Ante Pavelic, ma sempre rimasto nel cuore dei Croati come un'icona del nazionalismo. Woityla, che sabato sera ha pregato sulla sua tomba, gli rende omaggio, però pensa soprattutto al futuro..". (la Repubblica, 12/9/1994).

Fonte

Chiesa cattolica e pena di morte



Ci sono volute 9 successive stesure e molti "anni di intenso lavoro condotto con uno spirito di attenta apertura e con un appassionato ardore"  per redigere il testo ispirato all' "insegnamento della Sacra Scrittura, della Tradizione vivente nella Chiesa e del Magistero autentico, come pure l'eredità spirituale dei padri, dei santi e delle sante della Chiesa".
Finalmente tale scritto ha visto la luce l' 11 ottobre 1992. Si tratta di un testo molto ampio costituito da 2865 punti.
E' interessante andare al capitolo "Il rispetto della vita umana", al paragrafo "La legittima difesa". I punti 2266 e 2267 così

recitano(http://www.preghiereagesuemaria.it/libri/catechismo%20della%20chiesa%20cattolica.htm):


2266 - Corrisponde ad un'esigenza di tutela del bene comune lo sforzo dello Stato inteso a contenere il diffondersi di comportamenti lesivi dei diritti dell'uomo e delle regole fondamentali della convivenza civile. La legittima autorità pubblica ha il diritto ed il dovere di infliggere pene proporzionate alla gravità del delitto. La pena ha innanzi tutto lo scopo di riparare il disordine introdotto dalla colpa. Quando è volontariamente accettata dal colpevole, essa assume valore di espiazione. La pena poi, oltre che a difendere l'ordine pubblico e a tutelare la sicurezza delle persone, mira ad uno scopo medicinale: nella misura del possibile, essa deve contribuire alla correzione del colpevole.
[Si confronti quest'ultimo pensiero con la pena di morte che viene subito dopo, ndr].
2267 - L'insegnamento tradizionale della Chiesa non esclude, supposto il pieno accertamento dell'identità e della responsabilità del colpevole, il ricorso alla pena di morte, quando questa fosse l'unica via praticabile per difendere efficacemente dall'aggressore ingiusto la vita di esseri umani. Se, invece, i mezzi incruenti sono sufficienti per difendere dall'aggressore e per proteggere la sicurezza delle persone, l'autorità si limiterà a questi mezzi, poiché essi sono meglio rispondenti alle condizioni concrete del bene comune e sono più conformi alla dignità della persona umana. Oggi, infatti, a seguito delle possibilità di cui lo Stato dispone per reprimere efficacemente il crimine rendendo inoffensivo colui che l'ha commesso, senza togliergli definitivamente la possibilità di redimersi, i casi di assoluta necessità di soppressione del reo «sono ormai molto rari, se non addirittura praticamente inesistenti».
Fonte
http://www.fisicamente.net/SCI_FED/index-13.htm

Apocalisse di Giovanni



Apocalisse:il fatto che l'autore si presenti con il nome di Giovanni (senza, tuttavia, identificarsi esplicitamente con l'evangelista) non fornisce una prova certa della sua identità. Un espediente letterario, infatti, caratteristico del genere letterario apocalittico è proprio la pseudoepigrafia; il fatto, cioè, che l'autore celi il proprio nome dietro quello di un personaggio del passato (anche molto remoto come Enoch) con il quale l'autore si dichiara così in sintonia. Fra il II secolo a.C. e il IV d.C. furono redatte una trentina di opere apocalittiche attribuite ad esempio a profeti deceduti da secoli come Isaia o Baruc. Verso il 120-130 fu redatta anche un'apocalisse con il nome di Pietro, benché l'apostolo fosse morto da oltre mezzo secolo.Secondo l'esegeta francese Paul Beauchamp "la letteratura apocalittica nasce per aiutare a sopportare l'insopportabile". Nasce cioè in momenti di estrema crisi per portare un messaggio di speranza: anche se il male sembra prevalere, bisogna aver fiducia nella vittoria finale del Bene. Sarebbe quindi errato pensare che l'Apocalisse sia "un libro che rivela dei segreti speciali e particolari sulla storia futura".                                                                             
http://it.wikipedia.org/wiki/Apocalisse_di_Giovanni   

IL Diavolo




Per la Chiesa Cattolica, il diavolo non è semplicemente un simbolo del male, ma un personaggio realmente esistente, dotato quindi di una sua personalità, di una sua volontà, quindi di libero arbitrio come gli esseri umani... ed è tanto tanto cattivo.
Chi ha creato il diavolo? Ovviamente Dio. E perché lo ha creato?
Bisogna dire che, secondo la dottrina cattolica, il diavolo in origine era un angelo buono e quest'angelo un bel giorno si ribellò a Dio. Divenne cattivo senza bisogno di un altro diavolo che lo tentasse.
Ma perché mai Dio avrebbe creato questo angelo? Essendo onnisciente avrebbe dovuto sapere che si sarebbe trasformato in diavolo. Qual è quindi lo scopo del diavolo? L'unico scopo evidente è quello di tentare l'uomo spingendolo a commettere il male. L'utilità del diavolo è quindi quella di metterci alla prova, un test per vedere se siamo capaci di resistere alle tentazioni.
Nel Catechismo della Chiesa Cattolica, parte prima, sezione seconda, capitolo primo, articolo 1, paragrafo 7, comma secondo (La caduta degli angeli), è scritto:
Dietro la scelta disobbediente dei nostri progenitori c'è una voce seduttrice, che si oppone a Dio, la quale, per invidia, li fa cadere nella morte. La Scrittura e la Tradizione della Chiesa vedono in questo essere un angelo caduto, chiamato Satana o diavolo. La Chiesa insegna che all'inizio era un angelo buono, creato da Dio. "Il diavolo infatti e gli altri demoni sono stati creati da Dio naturalmente buoni, ma da se stessi si sono trasformati in malvagi" [Concilio Lateranense IV (1215)].
(Per quale motivo da buoni si sono trasformati in malvagi? Non c'è spiegazione. Non potevano essere tentati dal diavolo perché il diavolo non c'era ancora. Ma se una creatura dotata di libero arbitrio può fare il male senza bisogno di essere tentata dal diavolo, allora questo deve valere anche per l'uomo, quindi a cosa serve il diavolo?)
La Scrittura parla di un peccato di questi angeli. Tale "caduta" consiste nell'avere, questi spiriti creati, con libera scelta, radicalmente ed irrevocabilmente rifiutato Dio e il suo Regno.
(E chi glielo ha fatto fare? Non c'erano motivi di lucro o cose simili. Per invidia? Se era un angelo buono non poteva avere sentimenti negativi.  Com'è possibile per un angelo buono diventare d'un tratto malvagio?)
Troviamo un riflesso di questa ribellione nelle parole rivolte dal tentatore ai nostri progenitori: "Diventerete come Dio" (Genesi 3,5). "Il diavolo è peccatore fin dal principio" (1Gv 3,8), "padre della menzogna" (Gv 8,44).

A far sì che il peccato degli angeli non possa essere perdonato è il carattere irrevocabile della loro scelta, e non un difetto dell'infinita misericordia divina. “Non c'è possibilità di pentimento per loro dopo la caduta come non c'è possibilità di pentimento per gli uomini dopo la morte” [San Giovanni Damasceno, De fide orthodoxa, 2, 4: PG 94, 877C]
(Dall'Inferno non si torna indietro per legge divina, ma perché non ci si potrebbe neppure pentire? E poi: a Dio non si può attribuire alcun difetto, è infinitamente buono... ma ha creato l'inferno, un luogo di pena eterna dal quale chi entra non esce più e scusate se è poco!!! Insomma Dio non ha creato il diavolo ma ha creato l'inferno, quindi tanto buono non è lo stesso.)
La Scrittura attesta la nefasta influenza di colui che Gesù chiama "omicida fin dal principio" (Gv 8,44), e che ha perfino tentato di distogliere Gesù dalla missione affidatagli dal Padre [Cf Mt 4,1-11 ]. "Il Figlio di Dio è apparso per distruggere le opere del diavolo" (1Gv 3,8). Di queste opere, la più grave nelle sue conseguenze è stata la seduzione menzognera che ha indotto l'uomo a disobbedire a Dio.
(E Gesù che era Dio poteva cadere in tentazione a causa del diavolo? Cosa sarebbe successo se Gesù, il figlio di Dio e Dio egli stesso avesse ceduto alla tentazione del diavolo? O forse il diavolo non sapeva che Gesù era Dio? E Gesù è venuto sulla Terra per combattere il diavolo e distruggere le sue opere? Per eliminare quindi la tentazione? Per aiutarci a vincerla?  O per eliminare la possessione diabolica? E Dio non faceva prima a distruggere direttamente il diavolo?)

La potenza di Satana però non è infinita. Egli non è che una creatura, potente per il fatto di essere puro spirito, ma pur sempre una creatura: non può impedire l'edificazione del Regno di Dio. Sebbene Satana agisca nel mondo per odio contro Dio e il suo Regno in Cristo Gesù, e sebbene la sua azione causi gravi danni - di natura spirituale e indirettamente anche di natura fisica - per ogni uomo e per la società, questa azione è permessa dalla divina Provvidenza, la quale guida la storia dell'uomo e del mondo con forza e dolcezza. La permissione divina dell'attività diabolica è un grande mistero, ma “noi sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio” (Rm 8,28).
(La permissione divina dell'attività diabolica è un grande mistero? A me sembra solo una gran cavolata. Se il diavolo è utile, perché distruggere le sue opere? Se invece è inutile e dannoso, Dio che lo ha creato a fare? A me sembra che questa storia non stia in piedi neanche un po'. Non sta in piedi la questione della redenzione e quindi la venuta di Dio sulla Terra. Dalla narrazione biblica e dalle relative considerazioni contenute nel catechismo si deduce in modo evidente che l'uomo nel corso dei secoli ha cercato una spiegazione all'esistenza del male e nell'ambito delle varie religioni sono nate le più varie credenze.)


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Francesco Carbone
http://www.fisicamente.net/SCI_FED/index-660.htm

Errori biblici




Gli errori attribuiti alla Bibbia sono errori (di tipo storicogeograficoscientifico), imprecisioni, discordanze tra vari passi contenuti nei libri della Bibbia.
Questi errori possono essere interpretati in tre diverse modalità:
  • da parte non-credente e non-cristiana, implicano il rifiuto in blocco della Bibbia, in quanto viene sottolineata l'incompatibilità tra la pretesa ispirazione divina e l'incoerenza e l'erraticità dei contenuti;[2]
  • da parte della Chiesa cattolica, la Bibbia è considerata senza errore, ma solo circa le verità fondamentali del messaggio teologico;[3] Gli errori e le discordanze si verificano quando gli autori umani inseriscono nei testi opinioni correntemente diffuse in quel tempo,[4] oppure quando la redazione definitiva del testo raccoglie tradizioni diverse (si veda l'ipotesi documentale e la teoria delle due fonti), oppure quando il testo presenta una evoluzione morale (per esempio sterminio per i nemici nell'Antico Testamento, amore per i nemici nel Nuovo Testamento);
  • alcune chiese protestanti e i Testimoni di Geova sostengono l'infallibilità della Bibbia, la quale è da considerarsi vera in qualunque affermazione: le 'apparenti' discordanze o errori, a loro dire, ad un esame attento, si mostrebbero inconsistenti.


Errori di traduzione
Passo biblico
(versione CEI)
CriticaNote
In principio Dio creò il cielo e la terra. (Gen1,1)l'originale ebraico della Genesi dice "In principio della creazione di Dio del cielo e della terra", senza alcuna traccia di creazione dal nulla come suggerisce la traduzione italiana[5]Il Testo Masoretico ebraico riporta il verbo bara' coniugato al perfetto ("in principio creò"), la lezione all'infinito ("in principio del creare") è possibile modificando la coniugazione del testo originario.[6]
Epiteto divinosabaoth tradotto con "degli eserciti" (1Sam17,45;Is6,1-3 et. al.) o "dell'universo"La Chiesa ha inventato la traduzione "Dio dell'universo", usata per esempio anche nel Santo della liturgia della messa, per nascondere l'originale senso guerriero dell'epiteto[7]Il sostantivo saba', plurale sabaot, indica propriamente una milizia o esercito, ma indica anche "una grande moltitudine bene ordinata di cose o persone",[8] come le creature dell'universo (Gen2,1;Is34,4;40,26;45,12;Dt4,19;17,3;Ger33,22), da cui la traduzione sabaoth = "dell'universo". La traduzionedell'universo è presente solo nel Santo; in tutti gli altri passi biblici in cui l'espresione ricorre, la Bibbia CEI e le principali traduzioni italiane traducono con degli eserciti. Non è pertanto possibile che si volesse nascondere un originario senso guerriero.

[modifica]Errori comuni di traduzione

Per quanto riguarda i Vangeli, un'ipotesi comunemente accettata, la cosiddetta priorità aramaica, vuole che la prima redazione del Vangelo di Matteo sia stata composta inaramaico. Poiché i testi che ci sono arrivati sono in greco è possibile che contengano errori di traduzione dalla lingua originale. Alcuni esegeti, tra cui gli studiosi della scuola esegetica di Madrid, si sono proposti di ricercare tali possibili errori per tentare di risolvere le ambiguità e le apparenti contraddizioni che si presentano nel testo greco dei Vangeli.

[modifica]Errori scientifici

Nei vari libri biblici si trovano alcuni esempi di concezioni scientifiche diffuse e condivise nell'antichità ma in contrasto con l'attuale sapere scientifico moderno.

[modifica]Antico Testamento

Errori scientifici
Passo biblico
(versione CEI)
CriticaNote
Protostoria biblica: creazione in sei giorni; uomo creato dalla terra; donna creata dalla costola; peccato originale; diluvio; lingue differenziate per torre di Babele; età secolari dei primi uomini (Gen1-11)Assoluta discordanza col sapere scientifico modernoSecondo i teologi, il genere letterario della prima parte della Genesi non è storico-scientifico ma teologico, descrivente in maniera mitica, secondo le conoscenze dell'epoca, la progressiva corruzione del creato originariamente perfetto[9]
Sarà per voi in abominio anche ogni insetto alato, che cammina su quattro piedi. (Lv11,20-23)Gli insetti hanno sei zampe, non quattroIl Testo Masoretico ebraico parla di ragàl, piede, non propriamente zampe. Gli insetti elencati nel v. 22, cioè varie tipi di cavallette, hanno sei zampe e di queste solo quattro sono, per l'autore biblico, propriamente piedi, in quanto le altre due ("due zampe sopra i piedi") servono per saltare[senza fonte]
Fece la vasca di metallo fuso del diametro di dieci cubiti, rotonda, alta cinque cubiti; ci voleva una corda di trenta cubiti per cingerla (2Cr4:2)Secondo un calcolo geometrico o facendo una misurazione, la corda avrebbe dovuto essere lunga almeno 31 cubiti, non 30Nel testo è implicito[senza fonte] che il valore di Pi greco sia valutato uguale a 3 (come erroneamente alcuni credevano all'epoca[senza fonte]) mentre, in realtà, è compreso tra 3,14 e 3,15 . Probabilmente l'autore ha fatto un calcolo mentale basato su quest'ipotesi errata
Giosuè disse al Signore sotto gli occhi di Israele: «Sole, fèrmati in Gàbaon e tu, luna, sulla valle di Aialon».(Gs10,12)Non è il Sole che si muove nel cielo ma è la terra cheruota su se stessaLa frase pronunciata da Giosuè riflette la convinzione geocentrica diffusa nell'antichità e viene riferita come tale. E, in ogni caso, Giosuè assume, come punto di riferimento del moto relativo, la terra
Vita-anima nel sangue (Gen9,4;Lv17,11.14); cuore ofegato o reni sede di intelligenza ed emozioni (Gn6,5;Lam2,11;Sal7,10...)La vita riguarda l'intero organismo; solo il cervello elabora intelligenza ed emozioniLa concezione antropologica antica, condivisa dagli autori del testo, per quanto riguarda il cuore permane anche in maniera figurata nel linguaggio moderno ("mi spezzi il cuore; il cuore mi dice...; te lo dico col cuore"). Secondo vari esegeti e biblisti inoltre, sangue è un vocabolo-simbolo per morte[10] e significa che se il sangue è separato dalla carne...la vita presente nella carne finirà.[11]
Questo è il loro computo: Bacili d'oro: trenta; bacili d'argento: mille; coltelli: ventinove; coppe d'oro: trenta; coppe d'argento di second'ordine: quattrocentodieci; altri arredi: mille. Tutti gli oggetti d'oro e d'argento erano cinquemilaquattrocento. (Esd1,9-11)La somma è di 2.499 oggetti.[12]
la lepre, perché rumina, ma non ha l'unghia divisa, la considererete immonda; (Lv11,6)La lepre non è unruminanteNel Testo Masoretico ebraico è definita ma'alat gherah, "facente salire il cibo mangiato", e viene accomunata ai ruminanti veri e propri per il movimento delle labbra[13]

[modifica]Nuovo Testamento

Errori scientifici
Passo biblico
(versione CEI)
CriticaNote
Era verso mezzogiorno, quando il sole si eclissò e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. Il velo del tempio si squarciò nel mezzo. Gesù, gridando a gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito». Detto questo spirò.(Lc23,44-46)Le eclissi solari durano al massimo sette minuti e sono visibili da una porzione molto ridotta della superficie terrestre. Inoltre, in base ai calcoli astronomici non ci sono state (ne non sono state registrate) eclissi solari nel periodo in cui è avvenuta, approssimativamente, la morte di Gesù. Inoltre le eclissi non possono verificarsi in prossimità della Pasqua ebraica perché quest'ultima coincide col plenilunio, quindi la Luna è necessariamente dalla parte opposta della Terra rispetto al Sole e non può oscurare quest'ultimo.Flegone testimonia un terremoto ed un'oscurità improvvisa e prolungata in Medio Oriente nel 33 d.C. Il fenomeno poteva chiaramente essere di origine atmosferica, in quanto il termine usato in greco non implica una vera eclissi.
Inoltre alcuni sostengono che un'eclissi di sole copra al massimo 270 km quadrati di superficie; in realtà con l'espressione "tutta la terra" si intende la Giudea, perché Gesù predicò il Vangelo solo in Israele. Tuttavia qui sole e buio assumono valore teologico.
Esso è come un granellino di senapa che, quando viene seminato per terra, è il più piccolo di tutti semi che sono sulla terra (Mc4,31)Il seme di senape non è il più piccolo di tutti i semi e non lo era nemmeno ai tempi di Gesù.Il seme di senape era il seme più piccolo di uso comune in Palestina nel I secolo. Esprimendosi in ebraico o aramaico, Gesù usò la parola ebraica erets che vuol dire sia "terra" che "regione".
Di nuovo il diavolo lo condusse con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo con la loro gloria(Mt4,8)
[Gesù disse:] «Subito dopo la tribolazione di quei giorni, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, gli astri cadranno dal cielo e le potenze dei cieli saranno sconvolte.»(Mt24,29)
Anche il Nuovo Testamento aderisce al modello cosmologico del Vecchio Testamento.La didascalia può essere attribuita alla visione cosmologica dell'autore, oppure Gesù fu rapito in una visione estatica che non contraddice la sfericità della Terra.
Appena ritornati presso la folla, si avvicinò a Gesù un uomo che, gettatosi in ginocchio, gli disse: «Signore, abbi pietà di mio figlio. Egli è epilettico e soffre molto; cade spesso nel fuoco e spesso anche nell'acqua» [...] E Gesù gli parlò minacciosamente, e il demonio uscì da lui e da quel momento il ragazzo fu guarito. [E Gesù disse:] «Questa razza di demòni non si scaccia se non con la preghiera e il digiuno».(Mt17,14-15.18.21)L'epilessia è una malattia del sistema nervoso, non è causata dalla possessione demoniaca (come si credeva all'epoca di Gesù) e non può essere curata con un esorcismo.L'esegesi biblica sostiene che il ragazzo fosse contemporaneamente epilettico ed indemoniato, o meglio che il demonio causasse l'epilessia.

[modifica]Errori storici e geografici

Nei libri propriamente storici (per esempio VangeliLibri di SamueleLibri dei ReLibri dei MaccabeiLibro di EsdraLibro di Neemia) i racconti biblici raramente si trovano in discordanza con le testimonianze pervenuteci da altre fonti extra-bibliche.

[modifica]Antico Testamento

Errori storici e geografici nell'Antico Testamento
Passo biblico
(versione CEI)
CriticaNote
L'anno terzo del regno di Ioiakim re di Giuda [606-605 a.C.],Nabucodonosor re di Babiloniamarciò su Gerusalemme e la cinse di assedio. (Dan1,1)Secondo le cronache babilonesi l'assedio avvenne nel 602 a.C.[14]606 - 605 a.C. Era il terzo anno secondo il computo Babilonese. Esso non prendeva in considerazione il primo anno di regno (l'insediamento), ma iniziava il calcolo solamente a partire dall'anno successivo. Pertanto, il "Terzo anno" equivaleva al "Quarto anno" nel computo Giudaico (cfr. Gr 46:2)
Il re Baldassar imbandì un gran banchetto... (Dan5,1)Baldassar (Bel-sarra-usur) non fu re[15]secondo recenti studi fu co-reggente di Babilonia (vedi Baldassar e note)
Quando Baldassar ebbe molto bevuto comandò che fossero portati i vasi d'oro e d'argento cheNabucodonosor suo padre aveva asportati dal tempio... (Dan5,2)Baldassar (Bel-sarra-usur) era figlio di Naboide (Nabû-nāʾid), nonNabucodonosor[16]La madre di Baldassar era figlia di Nabuccodonosor, da cui l'epiteto di padre inteso come "avo" secondo l'uso semitico[17]
Nell'anno decimosecondo del regno di Nabucodonosor, che regnava sugli Assiri nella grande città di Ninive... (Giudit1,1)[18]Nabucodonosor regnò tra il 605-562 a.C. sui Babilonesi, non sugli Assiri, e al suo tempo Ninive era già stata distrutta (nel 612 a.C.) da suo padre NabopolàssarL'esegeta Vigoroux suggerisce che Nabucodonosor sia semplicemente lo pseudonimo di Assurbanipal, re dell'Assiria che nel 652-648 a.C. affrontò la rivolta del fratello Shamash-shum-ukin re della Caldea (nel testo Cheleud) e dei suoi alleati Medo-Persiani ed Elamiti. In altri passi della Scrittura, si prova che Nabucodonosor poteva essere un titolo dinastico per i re di Babilonia, così come lo fu "Cesare" al tempo di Gesù per gli imperatori romani.
Al tempo di Salmanassar [nel testoEnemessar], re degli Assiri, egli [Tobi] fu condotto prigioniero...(Tb1,2)[18]Non fu Salmanassar V (726-722 a.C.) a deportare la tribù di Neftali in Assiria ma il suo predecessoreTiglat-Pileser III (745-727 a.C.)[19]-Alcuni studiosi suggeriscono una seconda deportazione sotto Sargon II(sarru-kinu) di cui Enemesar (kinum-sar) sarebbe una lettura alternativa.
Quando Salmanassar morì, gli successe il figlio Sennacherib...(Tb1,15)[18]Successore di Salmanassar V(726-722 a.C.) fu in realtà Sargon II (722-705 a.C.), al quale successe Sennacherib (704-681 a.C.)[20]-Ammettendo l'identificazione di Salmanassar-Enemesar con Sargon II, anche questa difficoltà viene risolta essendo Sennacherib figlio di Sargon II.
... Ci sono due giorni di cammino da Ecbatana a Rage. Rage è sulle montagne ed Ecbatana è nella pianura (Tb5,6)[18]Sia Ecbatana (presso l'attualeHamadan) che Rage (presso l'attuale Teheran) sono entrambe in altura e distano da 10 a 20 giorni di cammino[21]-Il testo è stato corrotto; una lettura alternativa sostituisce Media con Midian, identificando Ecbatana non già con la capitale meda (Hamath), bensì con Ecbatana di Siria, a nord di Damasco (l'attuale Hama). Non solo ciò corregge la direzione di marcia rispetto all'Eufrate, ma oltrettutto si corregge la durata della marcia in modo compatibile col testo biblico.

[modifica]Nuovo Testamento

Errori storici e geografici nel Nuovo Testamento
Passo biblico
(versione CEI)
CriticaNote
In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando era governatore della Siria Quirinio. (Lc2,1-2)Il governatore della Siria Publio Sulpicio Quirinio eseguì un censimento nel 6 d.C., mentreErode il Grande, co-protagonista del racconto del natale, era morto già nel 4 a.C.Forse Quirinio cominciò un censimento parziale in Palestina, zona particolarmente 'calda' inclusa nella Siria romana, prima di quello dell'intera provincia;[22] oppure godette di un primo mandato precedente a quello del 6 d.C.; oppure fu incaricato del censimento sotto il governatorato di Senzio Saturnino (vedi Censimento di Quirinio) Chi colloca la morte di Erode nell'1 a.C. o nel 1 d.C. seguendo una lettura delle Antichità Giudaiche precedente al XVI secolo, identifica il censimento di Quirinio con quello indetto da Cesare Augusto in occasione della sua titolazione a Pater Patriae, finalizzato a ribadire l'obbedienza dei popoli sottomessi, il quale si svolse intorno al 3-2 a.C.
[Gamaliele disse]: Qualche tempo fa venne Teuda, dicendo di essere qualcuno, e a lui si aggregarono circa quattrocento uomini. Ma fu ucciso, e quanti s'erano lasciati persuadere da lui si dispersero e finirono nel nulla. Dopo di lui sorse Giuda il Galileo, al tempo del censimento... (At5,36-37)Secondo Giuseppe Flavio[23] la rivolta di Teuda avvenne mentre era procuratore della Giudea Cuspio Fado (44-46), dopo e non prima di quella diGiuda il Galileo, e dopo anche il momento storico relativo all'intervento di GamalieleForse si tratta di un anacronismo di Giuseppe Flavio[24].
Altra possibilità è che il Teuda degli Atti non sia lo stesso di cui ci parla Flavio.

[modifica]Discordanze

[modifica]Antico Testamento

Discordanze interne alla Bibbia nell'Antico Testamento
Passo biblico 1
(versione CEI)
Passo biblico 2
(versione CEI)
Note
Primo racconto della creazione (Gen1,1-2,4a)Secondo racconto della creazione (Gen2,4b-25)Secondo gli studiosi moderni, il primo racconto deriva dalla fonte sacerdotale,[25] mentre il secondo dalla fonte yahvista;[26] in passato, la spiegazione prevedeva l'esistenza di due creazioni (ipotesi dei preadamiti).
[Il bacino del tempio] conteneva duemila bat. (1Re7,26)[La vasca di metallo fuso del tempio] conteneva tremila bat. (2Cr4,5)Il passo biblico di 1Re si riferisce all'effettivo contenuto della vasca, mentre il passo di 2Cr si riferisce alla capacità complessiva.
Nell'anno decimosecondo di Ioram figlio di Acab, re di Israele, divenne re Acazia figlio di Ioram, re di Giuda. (2Re8,25)Acazia era divenuto re di Giuda nell'anno undecimo di Ioram, figlio di Acab. (2Re9,29)Acazia cominciò a regnare come coerede assieme al padre nell'undicesimo anno e divenne efferivamente unico sovrano nel dodicesimo, a seguito della morte del padre
Ioab consegnò al re [Davide] la cifra del censimento del popolo: c'erano in Israele ottocentomila guerrieri che maneggiavano la spada; in Giuda cinquecentomila. (2Sam24,9)Ioab consegnò a Davide il numero del censimento del popolo. In tutto Israele risultarono un milione e centomila uomini atti alle armi; in Giuda risultarono quattrocentosettantamila uomini atti alle armi. (1Cr21,5)Si tratta di due fonti differenti di cronaca il primo rapporto si riferisce agli uomini in grado di combattere e il secondo a quelli che effettivamente arruolati[27]
Ioiakim si addormentò con i suoi padri e al suo posto divenne re suo figlioIoiachin. (2Re24,6)Per questo dice il Signore contro Ioiakim re di Giuda: Egli non avrà un erede sul trono di Davide; il suo cadavere sarà esposto al calore del giorno e al freddo della notte. (Ger36,30)Ioiakin, il figlio di Ioiachim, gli succedette per tre mesi,[28] dunque la maledizione-predizione di Geremia non si è avverata
Non rispondere allo stolto secondo la sua stoltezza per non divenire anche tu simile a lui. (Pr26,4)Rispondi allo stolto secondo la sua stoltezza perché egli non si creda saggio. (Pr26,5)I due versetti indicano come usare la "stoltezza" per rispondere "allo stupido"; il versetto 4 indica il modo sbagliato, il 5 il modo giusto. Parafrasando: Non usare la stoltezza dello stupido per rispondergli abbassandoti al suo livello, ma piuttosto usa la stoltezza dello stupido in modo tale che si renda conto delle cose sbagliate che dice.
La colpa dei padri ricade sui discendenti (Es20,5;Dt23,3;Lv26,39;Is13,16;14,21)La colpa dei padri non ricade sui discendenti (Ez18,20)Le conseguenze della colpa dei padri ricadono sui discendenti, ma non la responsabilità morale che è invece personale. Così si interpreta anche il Peccato Originale, di cui tutti gli uomini sono vittime, ed ai peccati attuali, di cui ciascuno è responsabile secondo la propria colpevolezza.

[modifica]Nuovo Testamento

Discordanze interne alla Bibbia nel Nuovo Testamento
Passo biblico 1
(versione CEI)
Passo biblico 2
(versione CEI)
Note
Genealogia di Gesù (Mt1,1-17)Genealogia di Gesù (Lc3,23-38)Già gli esegeti antichi tracciavano le due genealogie in modo diverso. Una possibilità è che Matteo citi la genealogia di Giuseppe e Luca quella di Maria; un'altra afferma che Giuseppe ebbe due padri, uno di sangue e l'altro adottivo.
Vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna (e disse) (Mt5,1)Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante (e disse) (Lc6,17)Gesù si fermò su una spianata lungo la fiancata del monte, dopo esser stato sulla sua vetta e prima di scenderne completamente.
Ed egli (Giuda Iscariota), gettate le monete d'argento nel tempio, si allontanò e andò ad impiccarsi.(Mt27,5)Giuda comprò un pezzo di terra con i proventi del suo delitto e poi precipitando in avanti si squarciò in mezzo e si sparsero fuori tutte le sue viscere. (At1,18)-Il ramo si ruppe e Giuda cadde nel dirupo.
Ultima Cena la sera del 14 nisan("primo giorno degli Azzimi",Mt26,17;Mc14,12;Lc22,7) e crocifissione e morte di Gesù il giorno seguente (15 nisan) coincidente con laPasqua ebraica, venerdì ("vigilia del sabato", Mc15,42)crocifissione e morte di Gesù il 14 nisan (parasceve = preparazione = vigilia della Pasqua ebraica,Gv19,14.31.42), venerdì (Gv19,31)le cronologie della morte di Gesù sono inconciliabili: o si opta per isinottici, venerdì 15 nisan, cioè venerdì 27 aprile 31; o per Giovanni, venerdì 14 nisan, cioè venerdì 7 aprile 30 (o venerdì 3 aprile 33)[29]Lo stesso Papa Benedetto XVI ha ammesso in un'omelia il Venerdì Santo del 2007 che Gesù potrebbe aver usato il Calendario Esseno per determinare la Pasqua con un giorno d'anticipo.
Non c'è più giudeo né greco; non c'è più schiavo né libero; non c'è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù. (Gal3,28)
Tuttavia, nel Signore, né la donna è senza l'uomo, né l'uomo è senza la donna; come infatti la donna deriva dall'uomo, così l'uomo ha vita dalla donna; tutto poi proviene da Dio.(1Cor11,11-12)
Le mogli siano sottomesse ai mariti come al Signore.(Ef5,22)
Voglio però che sappiate che di ogni uomo il capo è Cristo, e capo della donna è l'uomo... L'uomo non deve coprirsi il capo, poiché egli è immagine e gloria di Dio; la donna invece è gloria dell'uomo. E infatti non l'uomo deriva dalla donna, ma la donna dall'uomo (1Cor11,2-10)
Come in tutte le comunità dei fedeli, le donne nelle assemblee tacciano perché non è loro permesso parlare; stiano invece sottomesse, come dice anche la legge. Se vogliono imparare qualche cosa, interroghino a casa i loro mariti, perché è sconveniente per una donna parlare in assemblea. (1Cor14,34-35)
La donna impari in silenzio, con tutta sottomissione. Non concedo a nessuna donna di insegnare, né di dettare legge all'uomo; piuttosto se ne stia in atteggiamento tranquillo. Perché prima è stato formato Adamo e poi Eva; e non fu Adamo ad essere ingannato, ma fu la donna che, ingannata, si rese colpevole di trasgressione. (1Tm2,11-14)
in Efesini la sottomissione della moglie al marito è correlata con l'amore di questo verso quella "come se stesso" (Ef5,25-28);
nella Prima lettera ai Corinzi Paolo si riferisce probabilmente a problemi specifici della comunità di Corinto[30], e lo stesso probabilmente per la Prima lettera a Timoteo[31]
[Zaccaria ed Elisabettaerano giusti davanti a Dio, osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. (Lc1,5-6)come sta scritto: Non c'è nessun giusto, nemmeno uno...(Rm3,10)- Si tratta in un caso di giustizia in senso relativo (umana), e nell'altro caso di giustizia in senso assoluto (divina).
[Gesù disse]: «Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento.» (Mt5,17)[Gesù ha annullato] per mezzo della sua carne, la legge fatta di prescrizioni e di decreti, per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo, facendo la pace (Ef2,15)Secondo i teologi, Paolo in Efesini contesta non la Legge in sè, ma il modo di intenderla come mere prescrizioni rituali caratterizzate da un particolarismo intransigente[32]
Importanza delle opere (soprattuttoGm1,23;2,14-26)Importanza della fede (Rm3,28;4,1-3;Gal2,16)Secondo i teologi cattolici e protestanti, la dicotomia fede/opere, cristallizzatasi in particolare al tempo della lotta alla indulgenze diLutero, è giudicata oggi come apparente: Paolo si scaglia contro le 'opere della legge', formali ed esteriori ritualismi privi di valore salvifico, mentre Giacomo esalta le opere di carità al prossimo e preghiera che si innestano sulla fede.[33]
[Gesù disse]: «Se fossi io a render testimonianza a me stesso, la mia testimonianza non sarebbe vera; ma c'è un altro che mi rende testimonianza, e so che la testimonianza che egli mi rende è verace.»(Gv5,31-32)Gesù rispose: «Anche se io rendo testimonianza di me stesso, la mia testimonianza è vera, perché so da dove vengo e dove vado.Voi invece non sapete da dove vengo e dove vado.»(Gv8,14)Nella Prima frase Gesù esprime il concetto che la sua testimonianza è vera perché è il Padre che gli rende testimonianza [34].Mentre nella seconda frase egli esprime di essere il vero testimone del Figlio (se stesso) poiché egli solo conosce il mistero celeste del suo essere (cf. Mt 11,27p)[35]

[modifica]Tra Antico e Nuovo Testamento

Circa le caratteristiche di Dio e del messaggio morale da lui rivelato, appare una notevole diversità tra l'Antico Testamento e il Nuovo Testamento:
  • nell'Antico Testamento, Dio appare un essere supremo che appare a tratti geloso (Es34,14), incitante all'uccisione e alla giustizia sommaria (Es21,12;Lv20,9;24,19;Dt19,21;Sal136,9), irascibile, privo di pietà per nemici e peccatori ordinandone lo sterminio (Lv26,21-29;1Sam15,3;Ez20,25-26);
  • nel Nuovo Testamento, Dio è un Padre amorevole (1Gv4,16), premuroso, clemente, incline al perdono, che invita all'amore e alla carità verso tutti gli uomini suoi figli (Mt5,39), inclusi i nemici (Mt5,44-48).
Nell'antichità questa dicotomia ha portato Marcione a considerare come distinti il Dio severo dell'Antico Testamento da quello buono e misericordioso del Nuovo Testamento.
La tradizione cristiana vede invece, tra il Dio e la morale dell'Antico Testamento e del Nuovo Testamento, non una opposizione insanabile ma un compimento, conclusione di un secolare cammino pedagogico: nella predicazione di Gesù viene ripreso il nucleo di "giustizia" contenuto nell'Antico Testamento e viene portato a compimento, talvolta superandolo e abbandonandolo in vista di una "giustizia maggiore" (Mt5,17-20).
Discordanze tra Antico Testamento e Nuovo Testamento
Passo biblico AT
(versione CEI)
Passo biblico NT
(versione CEI)
Note
Quando un uomo ha preso una donna e ha vissuto con lei da marito, se poi avviene che essa non trovi grazia ai suoi occhi, perché egli ha trovato in lei qualche cosa di vergognoso, scriva per lei un libello di ripudio e glielo consegni in mano e la mandi via dalla casa.(Dt24,1)ma io vi dico: chiunque ripudia sua moglie, eccetto il caso di concubinato, la espone all'adulterio e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio. (Mt5,32)Gesù afferma che non ci sia stata variazione della volontà di Dio nel tempo ma che l'istituzione della norma "civile" di regolamentazione del divorzio sia stata fatta dalla legge (Mosè) solo a causa della impenitenza del popolo (Mt19,8;Mc10,3). A conferma di ciò anche nell'Antico testamento viene precisato che Dio odia il ripudio (Mal2,16).[36]
Il Signore disse a Mosè e ad Aronne: «Riferite agli Israeliti: Questi sono gli animali che potrete mangiare fra tutte le bestie che sono sulla terra...(Lv11,1-29)E [Gesù] disse loro: «Siete anche voi così privi di intelletto? Non capite che tutto ciò che entra nell'uomo dal di fuori non può contaminarlo, perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va a finire nella fogna?». Dichiarava così mondi tutti gli alimenti. (Mc7,18-19)Evoluzione del messaggio morale: Difatti, Iddio, biasimando il popolo, dice: Ecco i giorni vengono, dice il Signore, che io concluderò con la casa d'Israele e con la casa di Giuda, un patto nuovo;non un patto come quello che feci coi loro padri nel giorno che li presi per la mano per trarli fuori dal paese d'Egitto; perché essi non han perseverato nel mio patto, ed io alla mia volta non mi son curato di loro, dice il Signore.E questo è il patto che farò con la casa d'Israele dopo quei giorni, dice il Signore: Io porrò le mie leggi nelle loro menti, e le scriverò sui loro cuori; e sarò il loro Dio, ed essi saranno il mio popolo. (Eb8,8-13)
Se andrai in guerra contro i tuoi nemici e il Signore tuo Dio te li avrà messi nelle mani e tu avrai fatto prigionieri, se vedrai tra i prigionieri una donna bella d'aspetto e ti sentirai legato a lei tanto da volerla prendere in moglie, te la condurrai a casa...(Dt21,10-14)ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore. (Mt5,28)Evoluzione del messaggio morale con l'avvento di Gesù Cristo: ...Dicendo: Un nuovo patto, Egli ha dichiarato antico il primo. Ora, quel che diventa antico e invecchia è vicino a sparire. (Eb8,13)
Davide si recò a Nob dal sacerdote Achimelech... (1Sam21,2-7)Come [Davide] entrò nella casa di Dio, sotto il sommo sacerdote Abiatàr, e mangiò i pani dell'offerta, che soltanto ai sacerdoti è lecito mangiare, e ne diede anche ai suoi compagni?». (Mc2,26)-
Allora Giacobbe chiamò quel luogo Penuel «Perché - disse - ho visto Dio faccia a faccia, eppure la mia vita è rimasta salva». (Gen32,30-31)
[Dio disse a Mosè]: Poi toglierò la mano e vedrai le mie spalle, ma il mio volto non lo si può vedere».(Es33,23)
Dio nessuno l'ha mai visto... (Gv1,18-31)Giacobbe e Mosè videro soltanto il volto di Dio, cioè la sua gloria. L'essenza di Dio, cioè Dio stesso, era rimasta celata loro.

[modifica]

http://it.wikipedia.org/wiki/Errori_attribuiti_alla_Bibbia
Fonte: