domenica 11 settembre 2011

17 SETTEMBRE,L'EUROPA LAICA SI METTE IN MARCIA


«Noi ci battiamo a favoredella libertà religiosa, di coscienza e di parola; dell’eguaglianza delle donne e per i loro diritti riproduttivi; a favore di uguali diritti civili per la comunità LGBT in tutta l’Unione Europea; di un’Europa laica – democratica, pacifica, aperta e giusta, immune dall’illegittima influenza di organizzazioni religiose e non; per una legge che sia uguale per tutti, senza eccezioni di carattere religioso; ci battiamo a favore della neutralità dello stato in materia di religione e credo.
Noi ci battiamo contro lo status di privilegio accordato alle chiese dall’art. 17 del TRATTAMENTO SUL FUNZIONAMENTO DELL'UNIONE EUROPEA ; la posizione privilegiata che le organizzazioni religiose godono in politica e nelle leggi; ci battiamo contro lo statuto speciale del Vaticano all’interno delle Nazioni Unite; i finanziamenti statali alle scuole confessionali; i privilegi economici e l’influenza politica del Vaticano».

Così recita il manifesto della Secular Europe Campaign  (Marcia per un’Europa Laica) che si terrà nel cuore di Londra il 17 settembre prossimo. L’iniziativa, nata nel 2008 con il nome di No Vatican – London for a Secular Europe per volere delle maggiori associazioni laiche britanniche (British Humanist Association , the Central London Humanist Group , the Gay And Lesbian Humanist Association , the National Secular Society ,  One Law for All , OutRage! , theRationalist Association ) oggi ha cambiato nome, e non solo. Nel tempo gli obiettivi e le adesioni si sono ampliati e il carattere “locale” della marcia – evidente nella menzione della città di Londra – è stato sostituito da una vocazione paneuropea: basta dare uno sguardo alla pagina dei “SUPPORTERS”, suddivisi per paesi, per rendersi conto della sua accresciuta portata (anche Cronache Laiche ha volentieri dato la propria adesione).
Diverse le iniziative previste a partire dal 9 settembre: si va dalla proiezione del film Agorà, ad unaConferenza sulla laicità , a un Dibattito sull’Islam all’interno dell’Europa laica .
Inoltre, sebbene il riferimento al Vaticano sia stato ridimensionato e apposto nell’occhiello, è chiaro che il “problema Vaticano” rimane in effetti il cuore della protesta: nessuna organizzazione religiosa pesa (ancora!) in Europa quanto quella Cattolica Romana e i privilegi accordati dall’Unione Europea e dalle Nazioni Unite allo stato teocratico ospite della Repubblica italiana sono un unicum dal punto di vista legislativo. Considerando i profondi cambiamenti che stanno investendo la composizione demografica dell’UE, non è fuor di luogo interrogarsi su cosa succederebbe (e cosa in effetti stia già succedendo) se anche tutte le altre confessioni religiose reclamassero per sé gli stessi privilegi e le stesse “eccezioni”.
Al di là degli obiettivi politici e civili, comunque, la manifestazione è dotata anche di un proprio,intrinseco significato: è evidente che laicità non coincide – né deve essere confusa – con ateismo; tuttavia la corrente atea giocherà un ruolo primario nella kermesse londinese. Per dirla con le parole di Atheism are us  (l’associazione americana nata con l’obiettivo di raccogliere e mettere in reciproco contatto tutti i non credenti del mondo), essa sarà «l’occasione per farci vedere, per dire la nostra, per contarci; vogliamo offrire a tutti gli atei del mondo uno spazio per fargli vedere che non sono soli». In effetti è forse proprio questo l’aspetto più controverso e “fastidioso” della manifestazione: la pretesa di esistere, l’ardire di mettersi insieme, pur senza essere difesi dai solidi bastioni delle religioni organizzate, e di chiedere di vedersi riconosciuti diritti e aspirazioni. È fin troppo banale constatare come ancora al giorno d’oggi la parola ateo sollevi un alone di sospetto e spesso, nella mentalità dell’uomo comune, sia assimilata a condotte immorali dei più vari generi.L’ateismo fa ancora paura. Forse questo è il motivo più valido per venire, individualmente e collettivamente, allo scoperto.
ALESSANDRA MAIORINO
FONTE

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