domenica 11 settembre 2011

L'attivista anti pedofili-La chiesa mi ha sfrattato-



Savona, Francesco Zanardi, vittima di violenze da minorenne e oggi in prima linea nella battaglia contro gli abusi commessi da sacedoti denuncia: "Cacciato per ritorsione"

Ma per la diocesi è soltanto un moroso

Sfrattato da casa per morosità. Apparentemente una storia come tante, se non fosse che l'abitazione in cui vive è di proprietà della diocesi di Savona. E che l'inquilino è uno dei più agguerriti attivisti in Italia contro gli abusi sui minori commessi da sacerdoti e lui stesso vittima di abusi da ragazzo: Francesco Zanardi, presidente dell'associazione Abuso, che solo nel giugno scorso, quando a Genova infuriava lo scandalo legato a Don Seppia, aveva incontrato l'arcivescovo del capoluogo ligure e presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco.

"Questa mattina - spiega Zanardi - ho ricevuto l'ingiunzione di sfratto, in cui mi si chiedono 8.400 euro di affitto arretrato e oltre 1.250 euro di spese condominiali. Ma le cose non stanno così e ho già girato tutta la documentazione al mio avvocato". La vicenda di Zanardi si intreccia con quella di don Carlo Rebagliati, per 25 anni economo della diocesi di Savona, poi testimone d'accusa nell'inchiesta savonese contro i preti pedofili, "per questo confinato nella parrocchia di Noli e poi allontanato anche da li", afferma Zanardi.
"Rebagliati a un certo punto ha tentato di aiutarmi proprio per il mio passato segnato dagli abusi, visto che era parroco a Spotorno al tempo in cui li subii. Grazie a lui, ho lavorato 12 anni per la curia con la ditta di impiantistica di cui ero proprietario. Nel 2005 fu lo stesso Rebagliati a indicarmi l'appartamento,
situato in 
via Dei Cambiaso a Savona. La casa - racconta Zanardi - era tutta da ristrutturare.
Per metterla  a posto sono stati spesi circa 55mila euro. E' stato stipulato un regolare contratto d'affitto in data 1 gennaio 2005, con un canone di 330 euro. Ma l'accordo verbale con Rebagliati è che saremmo andati a compensazione, fino a che fossi rientrato delle spese sostenute".

"Io, in realtà, dopo un primo anno gratis - sostiene Zanardi - ho pagato comunque il canone per tre anni buoni e ho le regolari ricevute. Nel maggio 2009, in concomitanza con l'avvio delle indagini della magistratura di Savona sui casi di pedofilia, ho ricevuto la visita del vicario del vescovo, che mi proponeva di sospendere l'affitto, andando a compensazione delle spese sostenute per la ristrutturazione. Mi assicurò che nessuno tentava di 'comprarmi', ma che il vescovo riteneva giusto procedere in questo modo. Di fatto ho accettato, ma oggi ho ricevuto l'ingiunzione". Per Zanardi, però, è quanto meno "sospetto" che tutto questo avvenga "a pochi giorni da un esposto conoscitivo, corredato di documentazione audio, che ho consegnato alla procura di Cremona sull'ex vescovo di Savona ora a Cremona, mons. Lanfranconi", il quale secondo Zanardi avrebbe "coperto sacerdoti pedofili consentendogli di aprire comunità di pedofili".
E che avvenga dopo l'annuncio di una manifestazione a Roma il 20 settembre e di un 'pellegrinaggio' a piedi lungo l'Aurelia da Savona alla Santa Sede. Zanardi ha anche scritto una lettera al Papa per richiamare l'attenzione di Benedetto XVI sulla piaga della pedofilia nella Chiesa e per denunciare che "per quanto posso constatare, le linee guida anti-pedofilia promosse dalla chiesa non trovano ancora applicazione".

Fonte
(

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