sabato 10 settembre 2011

Cum ex apostolatus officio,bolla pontificia.






Cum ex apostolatus officio

Bolla pontificia di Papa Paolo IV
Anno: 15 febbraio 1559 Traduzione del titolo: A causa della carica d'Apostolato Argomenti trattati: Disposizioni contro gli ecclesiastici caduti in eresia
Cum ex apostolatus officio è una bolla di Papa Paolo IV pubblicata il 15 febbraio 1559, con la quale il Pontefice emana nuove disposizioni per combattere l’eresia soprattutto all’interno del mondo ecclesiastico.
Il Papa, in forza del dovere “d’avere cura generale del gregge del Signore” e di “vigilare assiduamente per la custodia della fede … e che siano respinti dall’ovile di Cristo coloro i quali … insorgono contro la disciplina della vera ortodossia”, emana alcune disposizioni per “allontanare i lupi dal gregge di Cristo”:
  • rinnova tutte le misure già prese in precedenza contro gli eretici e gli scismatici con l’obbligo che siano osservate in perpetuo;
  • a tutti i depositari di autorità (“vescovi, arcivescovi, patriarchi, primati, cardinali, legati, conti, baroni, marchesi, duchi, re ed imperatori”) che sono incorsi in errori di fede o nello scisma, la bolla sentenzia la perdita « ipso facto » di ogni carica ecclesiastica e di ogni altro potere;
  • tutti coloro che accolgono, difendono e favoriscono un eretico od uno scismatico sono anch’essi scomunicati « ipso facto », con la perdita delle loro cariche, delle loro rendite e dei loro benefici;
  • è ritenuta invalida l’elezione e la consacrazione di un vescovo o di un arcivescovo che è incorso nell’eresia o nello scisma prima della sua consacrazione episcopale.
La grande novità di questa bolla è l'estensione delle pene anche verso coloro che favoriscano gli eretici, loro comminando la scomunica e la perdita delle cariche e dei beni. È facile comprendere come, data la grande discrezionalità nel definire il "favoreggiamento", ogni persona che fosse proprietaria di qualche bene si sentisse in dovere di denunciare qualunque persona sospettabile di eresia, allo scopo di salvaguardare il suo status e le sue proprietà. La bolla ebbe il risultato di moltiplicare a dismisura le denunce all'Inquisizione dei sospetti di eresia, come nel caso del feudatario Salvatore Spinelli che, il 2 maggio 1559, denunciò l'eretico piemontese Giovanni Luigi Pasquale, poi bruciato vivo sul ponte Sant'Angelo a Roma. La sua delazione gli assicurò il titolo di marchese e portò, nel luglio dello stesso anno, al massacro degli Oltramontani, ovvero allo sterminio delle comunità valdesi fuggite dal Piemonte e rifugiatesi in Calabria, dopo le persecuzioni del XIII secolo.

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