sabato 10 settembre 2011

Dentro la congregazione geovista




Wolfgang Kühne è nato in Germania nel 1948 (Marl, Vestfalia). Egli è stato un testimone di Geova per 38 anni prima di accettare Gesù Cristo quale suo personale Salvatore e Signore.

All’età di 17 anni venne a contatto con alcuni testimoni di Geova; rimase impressionato dalla loro determinazione e attirato dal loro insegnamento. Alcuni decenni dopo, quando era un testimone di Geova già da 38 anni ed era anziano della locale comunità di Düren da 32 anni, leggendo delle riviste cristiane (cosa proibita tra i TdG), si mise a seriamente riflettere se la via, che aveva scelta, era proprio quella giusta. Tale riflessione lo portò allaconversione al Signore Gesù Cristo.
Wolfgang Kühne è sposato e ha due figli. Sua moglie è stata un membro dei testimoni di Geova per 40 anni, e sua suocera lo è stata per 50 anni. Dal 2004 Wolfgang e sua moglie sono membri d’una comunità di cristianievangelici.
Qui di seguito riportiamo la sua testimonianza riguardo al suo cammino da seguace della «Torre di Guardia» a seguace di Gesù Cristo, il Logos, Diopresso Dio, che si è fatto carne (Gv 1,1s.14).

Quando, nella città renana di Düren, i vecchi amici e conoscenti di Edeltraud e Wolfgang Kühn li incontrano per strada o al supermercato, di solito cambiano strada o distolgono deliberatamente lo sguardo. «Ci hanno dichiarati come mostri. Devono evitare ogni contatto con noi», dice il cinquantasettenne commerciante all'ingrosso. Coloro, che li evitano come la peste, sono Testimoni di Geova.


LA TESTIMONIANZA: Io appartenevo ai 144.000! Ecco qui di seguito il mio lungo cammino da testimone di Geova fino alla grazia di Gesù Cristo.

Il mio primo incontro con i testimoni di Geova
Avevo 17 anni quando incontrai un mio ex-compagno di scuola presso i vicini di casa. Ci eravamo messi a parlare e lui mi diceva che era testimone di Geova da tanto tempo. «Questa è la verità», mi disse entusiasta. Io, invece, risposi che la chiesa evangelica fosse la cosa giusta. Lui mi propose di venirmi a trovare e di parlare con me con calma su questo argomento. Il mercoledì c’incontrammo e parlammo della trinità, dell’inferno, del nome di Dio. A me sembrava una discussione molto biblica. Ci siamo incontrati spesso e le cose che diceva mi sembravano logiche. Cosi il 19-03-1967 mi battezzai in una piscina a Coesfeld (Münsterland).

A 22 anni inizia il mio servizio nella comunità dei testimoni di Geova
Nel 1970, a 22 anni, diventai servo. Un servo era uno che aveva un compito nella comunità. Io ero responsabile per le riviste «Svegliatevi» e «Torre di guardia». Nel 1971, al congresso estivo, furono presentate nuove direttive sugli anziani e io stesso fui nominato nuovo anziano.

Accettai tutto, ma con alcune riserve
 Mia moglie si accorse che non credevo e accettavo tutto senza riserve e commenti. Cosi negli anni Sessanta fui dichiarato eretico, perché non credevo a tutta la dottrina dei testimoni di Geova. Io e mia moglie non condividevamo tutte le loro convinzioni, però accettavamo le cose così com’erano e non si parlò più di questo.
In tutti quegli anni non persi la mia voglia di leggere la letteratura teologica. Ero abbonato anche a delle riviste cristiane. Leggendo la «Chiamata di Mezzanotte» (una rivista cristiana), ho conosciuto di più il popolo d’Israele. E capii sempre di più che Gesù doveva essere al centro della mia vita. Mia moglie che leggeva con me le riviste, pensava la stessa cosa. Non temevamo neanche di leggere libri banditi dalla direzione dei testimoni di Geova, per esempio il libro «Il conflitto della coscienza» di Raymond Franz. Questo libro fu odiato dai testimoni di Geova al punto che la direzione scrisse una lettera agli anziani, perché informassero al riguardo coloro, che avevano questo libro, e stabilissero un appuntamento con loro al fine di dissuaderli. Quelli che non volevano buttare il libro e lo tenevano in casa, dovevano lasciare la comunità. Io stesso, come anziano, avevo questo libro, però non lo dissi a nessuno. Questo fatto ci allontanò ancora di più dai testimoni di Geova. Esaminavamo la «verità»!

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