sabato 10 settembre 2011

IL silenzio degli scrittori contemporanei

Una prova del fatto che il Cristo del cristianesimo è una figura mitica e non storica è il silenzio degli scrittori contemporanei e immediatamente successivi al tempo in cui si presume abbia vissuto Gesù.
La lista seguente comprende una serie di scrittori che hanno vissuto e scritto nel tempo o al massimo nel secolo successivo ,in cui si presume Gesù abbia vissuto e fatto miracoli:
Marco Anneo Lucano,Silio Italico,Claudio Tolomeo,Valerio Massimo,Tito Petronio Arbitro,Marco Valleio Petercolo,Teone di Smirna,Plutarco, Apollonio,Publio Cornelio Tacito,Flegonte di Tralles,Filone di Alessandria,Flavio Giuseppe,Lucio Anneo Seneca,Gavio Svetonio Tranquillo,Marco Fabio Quintilliano,Plinio il Vecchio.



I libri pervenuti a noi degli autori appena menzionati(vedi prima parte)sono abbastanza da formare una un'intera biblioteca,tuttavia in tutti questi libri ebraici e pagani,a parte due passaggi contraffatti nelle opere di un autore ebraico e due passaggi controversi nelle opere di uno scrittore romano,non esiste alcun riferimento a Gesù Cristo.


Filone di Alessandria nacque prima dell'inizio dell'era di Cristo e morì molto dopo la presunta morte di Cristo,e scrisse un resoconto sugli ebrei che trattava di tutto il periodo in cui si presume Cristo abbia vissuto.
Filone viveva a Gerusalemme(o lì vicino)quando è avvenuta la miracolosa nascita di Gesù e il massacro ordinato da Erode,era li quando Cristo ha fatto la sua entrata trionfale a Gerusalemme.
Filone viveva lì quando Gesù fu crocifisso e ci fu il conseguente terremoto e il cielo si oscurò in modo innaturale,ed era lì quando Cristo stesso resuscitò dal regno dei morti e davanti a molto testimoni ascese in cielo.
Ma, ammettendo siano veramente accaduti questi eventi soprannaturali che avrebbero dovuto riempire il mondo di meraviglia,Filone non ne sapeva niente.

E' stato proprio Filone a sviluppare la dottrina del Logos,o del verbo ma benché il Verbo incarnato(Gesù) vivesse dove proprio viveva lui e si fosse rivelato ad una moltitudine di persone dimostrando i suoi poteri divini,Filone non l'ha mai visto.
Flavio Giuseppe,il famoso storico ebraico,nacque in Giudea nel 37 d.C.,e visse allo stesso tempo degli apostoli di Gesù.
Per un po' di tempo fu governatore della Galilea,la provincia in cui Cristo visse e insegnò;egli viaggiò anche in ogni luogo di quella provincia e visitò i posti dove solo una generazione prima Cristo aveva fatti i suoi miracoli,e abitò anche a Cana dove si dice Gesù abbia fatto il suo primo miracolo.
Bene,Flavio Giuseppe nei suoi scritti menziona ogni piccolo evento accaduto durante i primi settantanni dell'era cristiana,ma evidentemente Cristo era così poco importante e le sue azioni così insignificante da non meritare nemmeno una riga scritta.



Giusto di Tiberiate nacque nella stessa provincia di Cristo,la Galilea,e scrisse un libro storico che copre tutto il periodo in cui si suppone abbia vissuto Cristo.
Quest'opera è andata distrutta ,ma Fozio,uno studioso e critico cristiano del nono secolo che la conosceva scrive:
"Giusto non fa il minimo accenno all'apparizione di Cristo,di quello che gli è successo e di tutte le cose meravigliose che ha fatto"



La Giudea,lì dove miracolosamente iniziò e finì la carriera terrena di Cristo era una provincia romana,e tutta la Palestina è intimamente collegata alla storia di Roma,eppure i documenti romani dell'epoca non fanno menzione di Cristo e delle sue gesta.
Anche gli scrittori Greci e Alessandrini che non vivevano molto lontani dalla Palestina ed erano a conoscenza di ciò che accadeva lì,non parlano mai del Cristo.
Per quanto riguarda Flavio Giuseppe,bisogna comunque ricordare la sua opera più famosa,scritta alla fine del primo secolo,Antichità Giudaiche,che narra la storia del suo popolo dagli albori fino alla sua epoca e contenente,nelle versioni moderne,il seguente passaggio:

ORA A QUEL TEMPO C'ERA GESU',UN UOMO SAGGIO,SE è LECITO CHIAMARLO UOMO,POICHE' EGLI COMPIVA AZIONI MIRACOLOSE,UN MAESTRO DA CUI IL POPOLO RICEVEVA LA VERITA' CON GRANDE PIACERE.
EGLI ATTIRO' A SE MOLTI EBREI E NON EBREI.
EGLI ERA IL CRISTO E QUANDO PILATO,SU SUGGERIMENTO DEGLI UOMINI PIù IMPORTANTI TRA NOI,LO CONDANNO' A MORIRE SULLA CROCE,COLORO CHE L'AVEVANO AMATO DALL'INIZIO NON LO ABBANDONARONO:PERCHE' EGLI APPARVE LORO DI NUOVO AL TERZO GIORNO IL CHE ERA STATO PREDETTO,INSIEME AD ALTRI SUOI 10.000 PRODIGI,DAI PROFETI DIVINI.
LA TRIBU' DEI CRISTIANI,CHE DA LUI PRENDE IL NOME ESISTE ANCORA OGGI(LIBRO XVIII CAPITOLO III,SEC.3).

Per quasi 600 anni i cristiani hanno citato questo passaggio come prova non solo dell'esistenza storica di Gesù ma anche della sua divinità,tuttavia cosa più falsa non è mai stata scritta.

Il linguaggio di questo branoè profondamente cristiano ogni parola è stata palesemente scritta da uno scrittore cristiano.
"se è lecito chiamarlo uomo";"Egli era il Cristo";"Egli apparve loro di nuovo al terzo giorno,il che era stato predetto ,insieme al altri suoi diecimila prodigi,dai profeti divini".

Queste sono parole di un cristiano scritte da qualcuno che crede nella divinità di Cristo.
Flavio Giuseppe era un ebreo,un devoto credente ebraico,l'ultimo uomo sulla terra che avrebbe riconosciuto la divinità di Gesù.
L'inconsistenza di questa prova venne subito scoperta e Ambrogio,che scrisse nella generazione successiva alla prima apparizione di questa testimonianza(360 d.C.)da la seguente spiegazione teologica:

"Se gli ebrei non credono a noi permettiamogli almeno di credere ai propri scrittori.
Flavio Giuseppe da loro considerato un grande uomo ha detto questo e ha detto la verità in questo modo;e la sua mente era così lontana dalla giusta via che egli non era nemmeno un credente come diceva lui stesso;però ha parlato comunque in questo modo per tramandare la verità storica perché pensava che non sarebbe stato giusto ingannare anche se non era un credente solo a causa della durezza del suo cuore,e del suo perfido intento".

La brevità attribuita al brano di Flavio Giuseppe dimostra che si tratta di un falso,infatti gli scritti di Flavio Giuseppe erano lunghi e approfonditi:egli scrisse 20 libri,dedicando pagine intere a ladruncoli insignificanti e oscuri leader sovversivi.
Quasi 40 capitolo sono dedicati alla vita di un singolo re e tuttavia questo uomo importantissimo,il migliore fra tutti,un essere del quale i profeti hanno predetto un infinità di cose meravigliose,un essere più grande di qualsiasi altro re terreno,vieni liquidato in non più di una dozzina di righe.










Avignone VS Odifreddi















Nessun commento:

Posta un commento