venerdì 9 settembre 2011

I matrimoni gay avanzano in Europa, in Italia no



3 agosto 2011
Nel Vecchio Continente il nostro Paese è uno dei fanalini di coda in merito all’uguaglianza degli omosessuali

Dieci anni fa venivano introdotti in Europa i matrimoni gay. I Paesi Bassi sono stati la prima Nazione al mondo a riconoscere l’uguaglianza agli omosessuali, riconoscendo loro il diritto di sposarsi . Dopo gli olandesi sei Stati europei hanno legalizzato le nozze gay, preferendo la soluzione meno spigolosa delle unioni civili, che però non garantiscono la completa parificazione tra coppie etero ed omosessuali. Buon ultima è purtroppo l’Italia, dove appare fantascienza parlare di registri pubblici per le coppie di fatto, dopo il fallimento dei Dico e la vita brevissima della proposta di Brunetta e Rotondi, subito archiviata per non irritare la Chiesa.

MATRIMONI GAY IN 7 PAESI – Al momento ci sono sette Stati europei all’interno dei quali le coppie omosessuali hanno pieni diritti, incluso ovviamente anche quello di sposarsi. I Paesi Bassi sono stati i precursori, seguiti dal Belgio, dalla Spagna, e poi da tre Paesi del Nord Europa, Svezia, Norvegia ed Islanda. L’ultima Nazione in ordine di tempo a legalizzare i matrimoni omosessuali è stata il Portogallo, grazie al governo socialista di Socrates che è stato poi travolto dalla crisi dell’euro, fino alle elezioni anticipate del mese scorso che hanno registrato il trionfo dei conservatori. Nei Paesi Bassi e in Spagna la spinta delle forze laiche e socialiste è stata decisiva per l’introduzione dei matrimoni tra persone dello stesso sesso. Particolarmente veemente fu l’opposizione della Chiesa cattolica nel Paese iberico, dove furono organizzate manifestazioni di massa per impedire la svolta promessa da Zapatero all’elettorato spagnolo e poi mantenuta. Dopo mesi di furibonde polemiche, che portarono la Spagna al centro dell’opinione pubblica mondiale, visto anche il contemporaneo trionfo di George W Bush alle presidenziali 2004 su una piattaforma completamente opposta, il passare degli anni ha cementato la nuova legislazione. Il successo alle politiche del 2008 di Zapatero ha sostanzialmente chiuso il dibattito, tanto che i Popolari hanno ormai smesso di proporre un’abrogazione dell’uguaglianza dei gay. A novembre 2011 la Spagna riandrà al voto ed è probabile che i socialisti vengano esclusi dopo 7 anni dalla Moncloa, ma per le coppie omosessuali iberiche la situazione non cambierà. In Norvegia così come in Belgio le forze che hanno spinto per le nozze gay sono state quelle posizionate a sinistra dello schieramento politico, anche se nelle votazioni solo le forze di ispirazione democristiane si sono opposte con veemenza. In Svezia, dove la maggioranza era conservatrice all’epoca dell’introduzione dei matrimoni tra persone dello stesso sesso, si è replicato un simile scenario, con la spaccatura dei partiti al governo. La destra moderata ha seguito l’iniziativa parlamentare delle forze progressiste, lasciando solo il partito di ispirazione cristiana a votare contro la normativa. Un isolamento totale, visto che pochi mesi dopo la Chiesa di Svezia, di ispirazione luterana, ha subito permesso ai propri preti di officiare matrimoni tra persone dello stesso esso.


GERMANIA, I CRISTIANI BLOCCANO L’UGUAGLIANZA GAY – In questi giorni il Parlamento tedesco sta discutendo se parificare o meno i diritti delle coppie di ogni orientamento sessuale. Dal 2001 vige anche in Germania un regime legislativo simile ai Pacs francesi, con le cosiddette partnership registrate. I diritti però non sono gli stessi , e in occasione del decennale la maggioranza delle forze politiche tedesche vorrebbe introdurre il matrimonio omosessuale. La sinistra, in tutte le sue articolazioni, è compatta. Socialdemocratici, Verdi e anche la Linke, la forza post comunista erede di un regime non certo simpatetico rispetto alle persone omosessuali, hanno promosso o condiviso da tempo progetti di legge che estenderebbero pari diritti alle coppie dello stesso sesso. Su simili posizioni c’è anche la Fdp, il partito liberale che forma insieme alla Cdu la coalizione che sostiene il governo Merkel. La Bundeskanzlerin tende a non affrontare il tema, ma il suo partito si oppone in modo determinato a qualsiasi parificazione delle coppie omosessuali, ribadendo il suo no assoluto all’ipotesi matrimonio. La maggioranza liberal conservatrice si è così spaccata un’altra volta, questa volta sui diritti civili, dove emerge la netta differenza tra una forza di ispirazione laica come la Fdp e un partito di matrice cristiana come la Cdu. Il vice capogruppo della Cdu, Günter Krings, ha ribadito come tra le coppie eterosessuali e quelle gay

“esistano differenze che devono essere rispecchiate a livello legislativo”.

Il deputato conservatore Krings ha rimarcato con estrema durezza l’opposizione del suo partito alla posizione del suo alleato di governo, la Fdp. “La proposta di matrimonio tra persone dello stesso fatta (dalla Fdp, Ndr) è priva di fondamento”. Il progetto di parificare anche le coppie omosessuali era stato avanzato dall’attuale ministro della Giustizia, la liberale Sabine Leutheusser-Schnarrenberger. L’Union cattolica conservatrice ha però subito risposto con un fuoco di sbarramento, sia sul fronte più moderato della Cdu, sia dal lato bavarese della Csu, abitualmente forza più tradizionalista. Stefan Müller dei cristiano sociali della Baviera è stato ancora più categorico del suo collega Krings,rimarcando la matrice religiosa dell’attuale maggioranza al governo della Germania.

” Nella coalizione cristiano liberale non c’è nessun piano per parificare le coppie registrate formate da gay o lesbiche. L’Union non renderà mai uguale ciò che non è uguale. Lo Stato deve proteggere al contrario il matrimonio tra uomo e donna, perché la famiglia è la cellula fondamentale della società.”



FRANCIA, NO RECENTE – Nella Republique manca una forza dichiaratamente di ispirazione cristiana, ma nonostante la laicità così centrale nell’etica pubblica francese, l’Assemblea nazionale ha appena bocciato la proposta di ampliare i Pacs introducendo i matrimoni omosessuali.

Con 293 voti contrari e 222 a favore, il Parlamento francese ha bocciato la proposta di legge avanzata dai socialisti e mirante alla legalizzazione delle unioni coniugali omosessuali nel paese. “La Francia, pioniera nel 1999, allorché creò i Pacs, è oggi il fanalino di coda dell’Europa, laddove già sette paesi hanno adottato il matrimonio omosessuale (Paesi Bassi, Belgio, Spagna, Norvegia, Svezia, Portogallo e Islanda)”. – scrive Le Monde, riportando il pensiero del socialista Bloche, il quale, peraltro, ha cercato invano di far recepire all’Assemblea nazionale che “si tratta soltanto di far cadere una discriminazione e di offrire alla coppia dello stesso sesso la stessa libertà di scelta delle coppie eterosessuali”. Si tratta di “omoconiugalità e non di omogenitorialità”, ha spiegato con questi precisi termini. E’ tuttavia stata in gran parte proprio la temuta “omogenitorialità” ad aver determinato l’opposizione della maggioranza UMP, perché ha argomentato “dietro il matrimonio si profila l’adozione, l’omogenitorialità” appunto.

Oltre all’UMP, hanno votato contro la proposta di legge socialista anche i deputati centristi, i quali hanno ribadito: “Siamo legati ai valori della famiglia e non possiamo separare la questione del matrimonio da quella della genitorialità”, mentre, da parte sua, il deputato Jacob ha dichiarato di non essere poi tanto sicuro che “la richiesta di miglioramento dei diritti delle coppie omosessuali passi necessariamente attraverso il matrimonio” ma che occorre in ogni modo fare passi avanti nelle questioni che riguardano l’omosessualità, come ad esempio quella inerente alle “donazioni al superstite”. Il partito socialista intanto, ha messo la questione delle unioni gay in agenda tra le sue priorità, nel caso di vittoria alle politiche del 2012.

L’Ump di Sarkozy, insieme ai centristi di Bayrou, che ora si chiamano Movimento democratico, ha dunque sposato le posizioni della destra religiosa di ispirazione cristiana, che negli altri Paesi è ormai l’unica forza che si oppone con grande vigore ai matrimoni omosessuali. Durante il dibattito all’Assemblea nazionale una deputata del partito del presidente si è perfino spinta a paragonare le nozze gay al sesso tra uomini e animali.


Brigitte Barèges è intervenuta nella commissione che discuteva di un progetto di legge socialista che prevedeva il diritto a sposarsi anche per i gay. In Francia esistono già i Pacs ma con questa nuova normativa si volevano concedere maggiori diritti, o semplicemente uguaglianza, alla comunità LGBT. Barèges allora è intervenuta chiedendo come mai nessuno proponeva anche il sesso tra uomini e animali, equivalente di un matrimonio gay. Il commento shock si è attirato, per fortuna, tantissime critiche, anche da esponenti dello stesso partito, l’Ump di Sarkozy. Jean-François Copé, il leader organizzativo della formazione conservatrice, ha definito inaccettabili simili dichiarazioni, che non rappresentavano in nessun modo la posizione del partito di maggioranza in Francia. I socialisti invece hanno accusato l’Ump di continuare a giocare con l’omofobia.

DAL PACS IN AVANTI – Nelle maggior parte dei Paesi europei occidentali sono state introdotte le unioni civili, uno strumento giuridico tramite il quale il legislatore riconosce le coppie di fatto, formate da etero o da gay. Questa normativa non equivale all’uguaglianza dei diritti, anche se sana in parte le discriminazione più odiose vissute dalle persone della comunità LGBT. Tra i grandi Paesi europei il Regno Unito sembra il più vicino all’introduzione del matrimonio gay, superando così le unioni civili introdotte dal governo Blair. La maggioranza laburista non si era mai espressa in aperto sostegno all’uguaglianza delle persone omosessuali, ma con il pensionamento dei due leader simbolo della lunga stagione di governo, Tony Blair e Gordon Brown, il Labour ha mutato orientamento. Durante la stagione congressuale dell’anno scorso ogni candidato a leader di partito si era espresso a favore del matrimonio gay, e da quando Ed Miliband è diventato la guida laburista il sostegno alle nozze omosessuali è diventata una politica ufficiale del partito. La sinistra britannica è stata anticipata dai Liberaldemocratici attualmente al governo con i Conservatori, perché prima della campagna elettorale per le ultime politiche il leader Nick Clegg si era espresso in modo chiaro a sostegno dell’uguaglianza dei gay. A differenza che in Germania e in Francia, dove le forze conservatrici sono influenzate dal clero cattolico, più conservatore di quello protestante su questo tema, i Tories britannici non sono pregiudizialmente contrari ai matrimoni tra persone dello stesso sesso. In altri Paesi europei si sta dibattendo l’introduzione delle nozze per gli omosessuali. Nel piccolo Lussemburgo così come nella nordica Finlandia sono già in discussione progetti di legge che garantirebbero alla comunità LBGT un’uguaglianza da tempo attesa. Anche nella cattolicissima Irlanda, dove appena è stata approvata una legge che tutela le coppie di fatto, tra le quali anche quelle omosessuali, la Corte Suprema potrebbe aprire le porte alla piena uguaglianza.


ITALIA, QUASI ULTIMA – Il panorama europeo è comunque ancora molto variegato, perché nonostante la Carta di Nizza che garantisce l’uguaglianza a tutti i cittadini, spesso la comunità LBGT viene discriminata. Se in Italia è recentissima la polemica per la bocciatura dell’aggravante di omofobia per i reati, il dibattito sull’uguaglianza di chi ama le persone dello stesso sesso è ancora molto arretrato. Al di là del triste folklore omofobo dei Giovanardi e dei Gasparri di turno, per citarne solo due, nessun partito tra quelli di maggior peso a livello nazionale ha pienamente appoggiato la richiesta di uguaglianza per la comunità LGBT. Il Pd, a differenza delle forze di ispirazione socialista che siedono con i democratici a Strasburgo e Bruxelles, è ancora lontano da un posizionamento chiaro e netto su questo tema. Le forze di maggioranza, Lega e Pdl, si oppongono invece con una forza sconosciuta alle altre formazioni conservatrici europee ad ogni possibile parificazione di diritti per gli omosessuali. L’Europa in realtà appare ancora divisa da una sorte di Cortina di Ferro che riguarda proprio l’uguaglianza per la comunità LGBT. Se nella parte occidentale della Ue l’Italia appare sicuramente come la Nazione più arretrata, all’Est esistono invece vere e proprie discriminazione costituzionali che vietano ogni forma di nozze gay. In Grecia invece le persone omosessuali non possono addirittura servire nelle forze militari, un divieto che è stato appena cancellato anche negli Stati Uniti, sebbene negli Usa vigesse da quindici anni una sorta di permesso legato alla non dichiarazione del proprio orientamento omosessuale. La strada per l’uguaglianza è dunque ancora lontana per una buona parte della comunità LGBT europea, ma visti i progressi compiuti dall’altra parte dell’Atlantico, magari anche il Vecchio Continente pigerà l’acceleratore sull’uguaglianza per tutti i suoi cittadini.



Fonte
http://www.giornalettismo.com/archives/136245/i-matrimoni-gay-avanzano-in-europa-in-italia-no/4/

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