venerdì 9 settembre 2011

Madre Teresa,l'amore per i soldi 6°parte





ElgyGillespie, scrittrice, giornalista e un tempo direttrice di «The San Francisco Review of Books». Forte di un'esperienza nella cura dei pazienti affetti da AIDS, lavorò per un periodo nel centro di Madre Teresa a San Francisco:

Mandata a cucinare nel suo ospizio, molto delicatamente chiamato "Il Dono dell'Amore" (è per senzatetto maschi sieropositivi), vi trovai circa una dozzina di uomini gravemente malati; e quelli che non stavano molto male erano incredibilmente depressi, perché non avevano il permesso né di guardare la tv, né di fumare, né di bere e
tantomeno di ricevere visite di amici. Perfino quando stanno per morire, gli amici intimi non sono ammessi.



Non hanno mai il permesso di bere, nemmeno (o soprattutto) dopo i funerali degli amici e dei compagni di stanza, e alcuni sono stati buttati fuori perché sono
tornati travestiti! Quando accennai alle Olimpiadi, le loro espressioni si fecero ancora più avvilite. "Non guardiamo le Olimpiadi", spiegò una suora di Bombay, "perché facciamo il nostro fioretto quaresimale".

Se sono molto malati e molto religiosi (e ce ne sono
parecchi...) non importa, ma nel caso di uomini più svegli o più maturi la cosa ha dell'insopportabile.

Uno scrittore guatemalteco con cui feci amicizia là, aveva una voglia talmente disperata di uscire che una mia amica, anche lei addetta alla cucina (un'afroamericana cattolica praticante) lo adottò per tutto il tempo che le fu possibile. Le condizioni dell'uomo si aggravarono molto, e quando lei lo pregò di tornare al centro perché non poteva badargli, lui la implorò di tenerlo con sé perché sapeva che somministravano le medicine in dosi insufficienti o in maniera sbagliata, e temeva di dover morire senza morfina...

Ora cucino saltuariamente dai Francescani per un gruppo di senzatetto maschi,dove uno dei pazienti, Brace, è un ex ospite di Madre Teresa, e né lui né il sacerdote hanno una buona parola da dire a favore delle suore del
"Dono dell 'Amore".

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