venerdì 9 settembre 2011

Madre Teresa,l'amore per i soldi 8°parte


Nel Bronx c'era un progetto di aprire un nuovo ospizio per i poveri. Molti dei senzatetto erano malati e avevano bisogno di una sistemazione più stabile di quella offerta dal nostro dormitorio.

Avevamo acquistato un grande edificio abbandonato dal comune per un dollaro. Un collaboratore si offrì di dirigere i lavori e incaricò un architetto di fare un progetto di ristrutturazione. La normativa ministeriale imponeva l'installazione di un ascensore per i disabili.

Madre Teresa non voleva saperne. Allora il Comune si offrì di coprirele spese per l'ascensore, ma la proposta fu respinta. Dopo tutte le trattative e i programmi il progetto per i poveri fu abbandonato perché un ascensore per gli handicappati era una cosa inaccettabile.

Il grande afflusso di donazioni era considerato un segno
dell'approvazione di Dio nei riguardi della congregazione di Madre Teresa. Ci veniva detto che ricevevamo più doni di altri ordini perché Dio era soddisfatto della Madre, e perché le Missionarie della Carità erano le suore fedeli al vero spirito della vita religiosa. Il nostro conto
in banca aveva già raggiunto le dimensioni di una grande fortuna e aumentava ad ogni nuova consegna della posta.

Circa cinquanta milioni di dollari si erano accumulati in un unico conto corrente nel
Bronx.Quelle di noi che lavoravano regolarmente nell'ufficio
sapevano di non dover parlare del loro lavoro. Le donazioni
arrivavano in gran quantità e venivano depositate in banca, ma nonavevano alcun effetto né sulla nostra vita ascetica né su quella dei poveri che cercavamo di aiutare.



Ancora Susan Shields:

Per la Madre, la cosa più importante era il benessere spirituale dei poveri. L'aiuto materiale era un mezzo per arrivare alle loro anime, e far vedere ai poveri che Dio li amava. Nelle Case dei Moribondi, Madre Teresa insegnava alle sorelle come battezzare di nascosto le persone che stavano morendo.

Le suore dovevano chiedere a ogni
persona in fin di vita se voleva "un biglietto per il paradiso".
Una risposta affermativa andava interpretata come un consenso a farsi battezzare. Allora la suora non doveva far altro che fingere di rinfrescare la fronte della persona con un panno bagnato, mentre in realtà la battezzava pronunciando sottovoce le parole di rito.
La segretezza era importante perché non si doveva venire a sapere che le suore di Madre Teresa battezzavano indù e musulmani.

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