venerdì 9 settembre 2011

Un fiume di denaro: il miracolo della Chiesa che paghiamo noi



17 agosto 2011
Ici, otto per mille e molto altro: i vantaggi del clero in Italia sono tutt’altro che spirituali

“Anziché fare il bello addormentato, Formigoni renda pubblici i finanziamenti che come Regione Lombardia ha dato in venti anni al mondo vaticano e ciellino“: cosi’ attacca oggi Mario Staderini, Segretario di Radicali Italiani, sollevando una questione annosa mai veramente chiarita.

NIENTE TASSE PER LA CHIESA – “Non si tratta di tagliare i fondi per i poveri – aggiunge – ma di eliminare quelle esenzioni fiscali per attività commerciali che la stessa Unione Europea potrebbe considerare illeciti aiuti di Stato. Quando il Vaticano e le sue diverse ramificazioni macinano profitti con il loro immenso patrimonio immobiliare, con il turismo, con le cliniche e gli ospedali, con le scuole e le università, non v’è ragione che non paghino le tasse come tutti noi comuni mortali”.



E L’OTTO PER MILLE? -“Sull’otto per mille – prosegue Staderini – Formigoni si dimentica di dire che la Cei incassa un miliardo di euro, ovvero cinque volte quello che i partiti prendono tutti insieme di finanziamento pubblico, e lo spende soprattutto per pagare lo stipendio ai preti, costruire nuove chiese, finanziare le varie iniziative politico-culturali della Conferenza episcopale e la galassia di associazioni antiabortiste protagoniste della guerra al referendum sulla legge 40. Di anticristiano sino ad oggi c’e’ solo l’uso del denaro a fini di potere. Quanto ai Trattati internazionali – conclude – non durano in eterno’.

I 5 CENTS DI GRAMELLINI – Sulla questione delle esenzioni di cui gode la Chiesa e sui formidabili introiti dell’8 per 1000 si pronuncia, in modo ironico ma non meno tagliente, Massimo Gramellini, nel Buongiorno della Stampa di questa mattina. Il caso parte dal rifiuto categorico della Diocesi di Napoli di adeguarsi alle prescrizioni della nuova manovra, che prevede di spostare tutte le festività che cadono in giorni feriali alla domenica successiva: “San Gennaro – racconta Gramellini – non vuol proprio saperne di liquefare il suo sangue in una mattinata festiva. Neppure l’ipotesi alternativa – compiere il miracolo di lunedì durante la pausa pranzo o alle nove di sera, in pieno «prime time», senza interferire con l’orario lavorativo dei fedeli – pare aver incontrato il gradimento dell’interessato”.



IL VERO MIRACOLO! -E poi continua: “Naturalmente nessuno mette in dubbio che l’arcidiocesi di Napoli abbia un collegamento preferenziale con San Gennaro e ne interpreti fedelmente il pensiero. Ma allora ci piacerebbe approfittare della linea diretta per conoscere l’opinione del Santo anche sui 4 miliardi annui di esenzioni fiscali di cui la Chiesa italiana continua a godere persino su residenze e attività estranee al culto. Che sia questo il vero miracolo?” Da Milano a Napoli, da Formigoni a San Gennaro, tutte le strade portano ai forzieri della chiesa.

Fonte
http://www.giornalettismo.com/archives/139487/un-fiume-di-denaro-il-miracolo-della-chiesa-che-paghiamo-noi/2/

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